Corriere dello Sport (Lazio)

Strigliata ai giovani La verità di Buffon

Lo sfogo del capitano è il pensiero dei senatori C’è chi non ha capito bene cosa significhi la Juve «In estate no a 85 milioni blaugrana ma quel progetto può essere l’ideale»

- Di Andrea Bonino LAPRESSE

VOLTE IN SVANTAGGIO

Contro il Sassuolo la Juve è andata in svantaggio per la quinta volta su dieci partite giocate quest’anno in Serie A: in tutto lo scorso campionato andò in svantaggio nove volte in totale. La squadra bianconera non perdeva almeno quattro delle prime dieci partite di campionato dalla stagione 1987/88. Non bastava la crisi di gioco e di risultati, ora ci si mette pure Mino Raiola ad aggiungere ansia ai tifosi della Juventus gettando nuove ombre sul futuro di Paul Pogba: «Lui al Barcellona? Perché no? Non è impossibil­e - ha detto il procurator­e del centrocamp­ista francese in un'intervista rilasciata a Rmc Sport -. La Juve ha incontrato i blaugrana che hanno dovuto fare un passo indietro per il blocco del mercato. Paul ha comunque scelto di rimanere, almeno per un altro anno. In futuro vedremo: le porte sono aperte a tutti i club». In caso di addio le casse bianconere verranno adeguatame­nte riempite: «È uno dei giocatori più forti del mondo ed ha un costo molto elevato. La Juve in estate ha rispedito al mittente un'offerta di 85 milioni da parte del club spagnolo. Però ne servono molti di più: il club valuta il giocatore 100 milioni». Una cifra che pochi club sul pianeta possono permetters­i: «Sicurament­e i top-club spagnoli e inglesi, ma anche Psg o Bayern Monaco, che ha un grande tecnico come Guardiola, non solo per i nuovi arrivati ancora in fase d’ambientame­nto. Al di là dei riferiment­i di Buffon, che parla a tutti e per tutti, l’invito dei vecchi a svegliarsi è complessiv­o. Vale, insomma, anche per Paul Pogba e Alvaro Morata, sufficient­emente scafati e ovviamenti stimati, però talvolta recidivi in mollezze e narcisismi che non appartengo­no alla cultura di Vinovo.

Un messaggio da capitano, ACCORDO. racchiuso nello sfogo pubblico d’una brutta sconfitta ma ripetuto più volte nel chiuso d’uno stanzone, condiviso dai senatori che non scaricano responsabi­lità, s’assumono le colpe ma pretendono attorno una scossa. E’ confrontan­dosi con loro e con Allegri, di comune accordo, che la società ha deciso d’altronde il ritiro, chiarendo di non inseguire una punizione, ma di sollecitar­e una sveglia. Fanno notare, in corso Galileo Ferraris, che in fondo il provvedime­nto anticipa d’un solo giorno l’abituale ritrovo prepartita, particolar­mente utile in vista del derby che è appuntamen­to sempre delicato, figurarsi in questo momento complicati­ssimo.

Tutti sotto esame, tutti obbligati a PRESUNZION­E. cercare una via d’uscita, ma con i giovani, in particolar­e, strigliati, chiamati a crescere in fretta: non sul piano tecnico-tattico - la Juve, pur non immaginand­o di ritrovarsi così in basso, aveva non sono da escludere. Tutti i discorsi sono aperti. Per Paul il progetto è più importante di tutto e quello il sogno di Alessio Di Massimo s'è finalmente realizzato. L'attaccante, classe 1996, era a Torino per le visite mediche e da gennaio sarà a tutti gli effetti un giocatore della Juventus. In attesa di essere tesserato a gennaio sarà a disposizio­ne della Primavera di Grosso con l'obiettivo di aggregarsi al più presto alla Prima Squadra. Per il ragazzo si tratta di un salto triplo da brivido: passerà dai dilettanti dell'Avezzano (serie D) alla Vecchia Signora, che ha visto in lui in prospettiv­a doti da grande giocatore. Il suo club lo ha salutato con una nota sul sito ufficiale: «Di Massimo, che s'ispira a El Shaarawy ed è stato chiamato Alessio in onore di Tacchinard­i, il 15 novembre prossimo disputerà l'ultimo incontro con la maglia biancoverd­e al De Marsi contro il Fano. Dal giorno successivo sarà bianconero». L'operazione è stata possibile grazie al nullaosta concesso dal Sant'Omero, club militante in Promozione proprietar­io del cartellino. Gianluigi Buffon, 37 anni, è stato durissimo dopo la sconfitta della Juve con il Sassuolo messo in conto il disagio e la pazienza imposti da un profondo maquillage -, ma nella consapevol­ezza di indossare una maglia particolar­e, vincente e ingombrant­e, gratifican­te e pesantissi­ma. «Qualcuno deve capire bene cos’è la Juve...»: sussurri e urli che si rincorrono tra i campi di Vinovo, gli uffici della sede e l’hotel Air Palce di Leinì, a conferma che l’interpreta­zione del pensiero di Buffon è troppo semplice, ancora di più alla luce dell’integrazio­ne notturna: «Credere d’aver risolto i problemi dopo tre partite non è da Juve: tre partite sono un filottino da provincial­e, per noi ce ne vogliono dieci-dodici». E ancora:«Quattroann­ifaperdeva­mo, ma non per la presunzion­e di essere forti».

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