Strigliata ai giovani La verità di Buffon
Lo sfogo del capitano è il pensiero dei senatori C’è chi non ha capito bene cosa significhi la Juve «In estate no a 85 milioni blaugrana ma quel progetto può essere l’ideale»
VOLTE IN SVANTAGGIO
Contro il Sassuolo la Juve è andata in svantaggio per la quinta volta su dieci partite giocate quest’anno in Serie A: in tutto lo scorso campionato andò in svantaggio nove volte in totale. La squadra bianconera non perdeva almeno quattro delle prime dieci partite di campionato dalla stagione 1987/88. Non bastava la crisi di gioco e di risultati, ora ci si mette pure Mino Raiola ad aggiungere ansia ai tifosi della Juventus gettando nuove ombre sul futuro di Paul Pogba: «Lui al Barcellona? Perché no? Non è impossibile - ha detto il procuratore del centrocampista francese in un'intervista rilasciata a Rmc Sport -. La Juve ha incontrato i blaugrana che hanno dovuto fare un passo indietro per il blocco del mercato. Paul ha comunque scelto di rimanere, almeno per un altro anno. In futuro vedremo: le porte sono aperte a tutti i club». In caso di addio le casse bianconere verranno adeguatamente riempite: «È uno dei giocatori più forti del mondo ed ha un costo molto elevato. La Juve in estate ha rispedito al mittente un'offerta di 85 milioni da parte del club spagnolo. Però ne servono molti di più: il club valuta il giocatore 100 milioni». Una cifra che pochi club sul pianeta possono permettersi: «Sicuramente i top-club spagnoli e inglesi, ma anche Psg o Bayern Monaco, che ha un grande tecnico come Guardiola, non solo per i nuovi arrivati ancora in fase d’ambientamento. Al di là dei riferimenti di Buffon, che parla a tutti e per tutti, l’invito dei vecchi a svegliarsi è complessivo. Vale, insomma, anche per Paul Pogba e Alvaro Morata, sufficientemente scafati e ovviamenti stimati, però talvolta recidivi in mollezze e narcisismi che non appartengono alla cultura di Vinovo.
Un messaggio da capitano, ACCORDO. racchiuso nello sfogo pubblico d’una brutta sconfitta ma ripetuto più volte nel chiuso d’uno stanzone, condiviso dai senatori che non scaricano responsabilità, s’assumono le colpe ma pretendono attorno una scossa. E’ confrontandosi con loro e con Allegri, di comune accordo, che la società ha deciso d’altronde il ritiro, chiarendo di non inseguire una punizione, ma di sollecitare una sveglia. Fanno notare, in corso Galileo Ferraris, che in fondo il provvedimento anticipa d’un solo giorno l’abituale ritrovo prepartita, particolarmente utile in vista del derby che è appuntamento sempre delicato, figurarsi in questo momento complicatissimo.
Tutti sotto esame, tutti obbligati a PRESUNZIONE. cercare una via d’uscita, ma con i giovani, in particolare, strigliati, chiamati a crescere in fretta: non sul piano tecnico-tattico - la Juve, pur non immaginando di ritrovarsi così in basso, aveva non sono da escludere. Tutti i discorsi sono aperti. Per Paul il progetto è più importante di tutto e quello il sogno di Alessio Di Massimo s'è finalmente realizzato. L'attaccante, classe 1996, era a Torino per le visite mediche e da gennaio sarà a tutti gli effetti un giocatore della Juventus. In attesa di essere tesserato a gennaio sarà a disposizione della Primavera di Grosso con l'obiettivo di aggregarsi al più presto alla Prima Squadra. Per il ragazzo si tratta di un salto triplo da brivido: passerà dai dilettanti dell'Avezzano (serie D) alla Vecchia Signora, che ha visto in lui in prospettiva doti da grande giocatore. Il suo club lo ha salutato con una nota sul sito ufficiale: «Di Massimo, che s'ispira a El Shaarawy ed è stato chiamato Alessio in onore di Tacchinardi, il 15 novembre prossimo disputerà l'ultimo incontro con la maglia biancoverde al De Marsi contro il Fano. Dal giorno successivo sarà bianconero». L'operazione è stata possibile grazie al nullaosta concesso dal Sant'Omero, club militante in Promozione proprietario del cartellino. Gianluigi Buffon, 37 anni, è stato durissimo dopo la sconfitta della Juve con il Sassuolo messo in conto il disagio e la pazienza imposti da un profondo maquillage -, ma nella consapevolezza di indossare una maglia particolare, vincente e ingombrante, gratificante e pesantissima. «Qualcuno deve capire bene cos’è la Juve...»: sussurri e urli che si rincorrono tra i campi di Vinovo, gli uffici della sede e l’hotel Air Palce di Leinì, a conferma che l’interpretazione del pensiero di Buffon è troppo semplice, ancora di più alla luce dell’integrazione notturna: «Credere d’aver risolto i problemi dopo tre partite non è da Juve: tre partite sono un filottino da provinciale, per noi ce ne vogliono dieci-dodici». E ancora:«Quattroannifaperdevamo, ma non per la presunzione di essere forti».