Stirpe: Fuori avremmo meritato di più
«Ci manca qualche punto tra Bologna, Roma con la Lazio e Udine. A Firenze a viso aperto»
Dopo le prime quattro giornate di campionato il Frosinone occupava l'ultimo posto di classifica con un bottino di zero punti e per molti addetti ai lavori la formazione di Roberto Stellone sembrava già destinata a tornare in serie B, come in preda ad una sorta di destino ineluttabile. In quello stesso periodo, però, chi al contrario conosceva alla perfezione la grande forza di spirito, ma anche le capacità tecnico e tattiche della formazione del tecnico romano alla guida dei ciociari, aveva preventivato di arrivare alla partita di Firenze con dieci punti nel carniere: parliamo del presidente del club giallazzurro Maurizio Stirpe. Ebbene, a due giorni dalla trasferta del "Franchi", dopo la meritata vittoria di mercoledì sera contro il Carpi, il Frosinone vanta proprio dieci punti nelle graduatoria generale in altrettante gare giocate, viaggiando così con una perfetta media salvezza. «Quella mia dichiarazione - dice Stirpe - era sicuramente a metà tra l'auspicio e la certezza. La verità è che tutto l'ambiente, noi della società per primi e via via tutto il resto fino ad arrivare alla squadra, aveva bisogno di tempo per calarsi nel migliore dei modi in una categoria del tutto nuova. E così con il passare delle giornate abbiamo cominciato a fare piccoli passi in avanti e oggi siamo certamente soddisfatti del cammino intrapreso». Maurizio Stirpe sa altrettanto perfettamente, però, che il cammino è appena cominciato. E lo dice a chiare note. «Allo stesso tempo, però, siamo anche consapevoli del fatto che è fondamentale crescere ancora e in fretta. Dieci punti sono il giusto presupposto per renderci conto che siamo competitivi per poter raggiungere a fine stagione l'obiettivo salvezza, ma dobbiamo anche capire che con il passare delle giornate le difficoltà aumenteranno perché non ci troveremo più di fronte formazioni che pensano di aver vinto già prima di scendere in campo, e quindi ci affronteranno con maggiore determinazione». una crescita da parte di qualcuno degli acquisti di quest'estate. Ragazzi con doti tecniche indiscutibili, ma che ancora non sono riusciti a esprimerle appieno. Io li aspetto con grande fiducia». Un Frosinone che viaggia con un ruolino di marcia spettacolare per quanto riguarda le partite casalinghe, mentre lontano dal Comunale raccoglie ben poco. E domenica ci sarà la trasferta di Firenze: una Fiorentina che battendo il Verona ha ritrovato un po’ del sorriso smarrito attraversando le tre sconfitte con Napoli e Roma in campionato e con il Lech Poznan in Europa League. «I risultati dicono questo - continua il presidente Stirpe - ma, per quanto mi riguarda, quella crescita di cui parlavo prima è visibile anche nelle partite giocate fin qui fuori casa. Dopo la brutta prestazione di Bergamo e la giusta sconfitta, a Bologna, a Roma contro la Lazio e domenica scorsa a Udine, non meritavamo certo di tornare a casa a mani vuote. Per cui anche domenica prossima sul campo della Fiorentina scenderemo in campo senza alcun tipo di timore. In fondo non abbiamo nulla perdere e ci giocheremo la partita a viso aperto. Come sempre». E già, al Frosinone che ha rivinto in casa ora servirebbe un segnale anche lontano dal Matusa.
Maurizio Stirpe, 57 anni Un gol in ogni categoria. E tra C1, B e A, sempre con il Frosinone. Cosa rappresenta questa maglia? «E’ un motivo di orgoglio e una favola allo stesso tempo. Se penso che in A dicono che si arrivi uno ogni non so quante migliaia e io e Matteo siamo in due nella stessa famiglia... Siamo molto legati. So quanto è stato contento del mio gol, come la mia ragazza e i miei: le persone con cui ho un legame d’amore». Ma ci si può salvare? «Si può, eccome. A Udine, cambiando otto undicesimi vivai abruzzesi tra Renato Curi e Pescara, ha cresciuto Grosso, Oddo e Verratti tra gli altri. E Ciofani. Chi è? «Un secondo padre, mi ha insegnato l’umiltà e l’importanza che hanno la pazienza, la costruzione di un percorso. E’ un bagaglio che ho dentro. E forse per questo ho cercato di fermarmi più tempo nelle squadre, quando si poteva: penso al Frosinone e all’Atletico Roma, l’altro grande amore». Ma questo Frosinone può essere uno spot per la speranza di chi gioca in Lega Pro e vi vede arrivati lassù dopo essere partiti come loro? «Assolutamente sì, un grande merito della società». Anche Sarri tra i maestri di questa carriera scalata a suon di gol. «A Pescara, grande maestro, numero uno nei rapporti umani. Un top e uno che vive di calcio. Sarri è l’esempio della meritocrazia che trionfa». L’altro esempio è Stellone. «Ha vinto da quando allena. Per lui parlano i risultati che gli possono dire?» Ma in questo sogno del Frosinone c’è spazio pure per una maglia azzurra? Azzardi una candidatura... «Mamma mia, come quando si rideva pensando alla serie A ed è successo... E poi con Conte ct e quindi l’applicazione e il sacrificio al primo posto, tutto può accadere. Allora se devo sognare dico io e Dionisi in maglia azzurra. E’ una battuta, per carità. il sogno del Frosinone è magico, ma forse metterci dentro la Nazionale ora è esagerato».