Corriere dello Sport (Lazio)

«Un sogno rovinato da quell’infortunio»

Il difensore Gilberto “El Tuma” Martinez: «Roma, l’occasione (persa) della mia vita»

- Di Antonio Imperiale ACNARDÒ.COM ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Lo vedi in giro, sui campi di periferia e ti fa pensare ad una sorta di cantastori­e. Ha messo radici nel Salento. Lecce, dove vive, dove ha sfiorato per due anni la B. Dal 31 agosto è a Nardò in Serie D, il “Tuma”. Trentasei anni virati il primo di ottobre. Gilberto Martinez Vidal si volta indietro: gli scudetti vinti nella sua terra con il Soprissa, la nazionale costarican­a, un mondiale Under 20, il grande mondiale del 2002, lo sbarco in Italia, Brescia, un altro Mondiale, sfortunato, nel 2006, poi la grande illusione della Roma, toccata e fuga... E’ come arrotolare e srotolare il nastro, in un

gioco di emozioni. Provi a raccontarc­ela, questa storia, Martinez. «Crescere pensando di fare calcio in una piccola realtà come il Costa Rica significa portarsi dentro una straordina­ria voglia di guardare oltre i confini. Arrivare a giocare un mondiale è come toccare il cielo con un dito, sul tetto del mondo. A me è accaduto due volte. Mi porto dentro quei giorni come il senso più bello della vita». E poi arrivò il trasferime­nto alla Roma. «La pagina più sfortunata. Al mondiale mi infortunai subito alla prima partita contro la Germania. Il passaggio alla Roma lo vissi come l’occasione della mia vita. Purtroppo, a causa di quel maledetto infortunio non giocai mai. Ogni volta che ci penso mi assale il rammarico della grande opportunit­à persa. Mi porto il ricordo delle suggestion­i e delle atmosfere romane, so che cos’è Roma-Lazio, il derby dei derby. Il profumo di un grande calcio. Ma tornai al Brescia, dove ero arrivato nel 2002». Duecentove­nti partite con il Brescia,unintermez­zoconla Sampdoria,perarrivar­epoia Lecce con i Tesoro, scendendo in Lega Pro. «Brescia mi ha dato tanto. Bellissime società, come la Sampdoria. Grandi tifoserie. Campionati

Martinez, 36 anni intriganti. A Lecce mi attrasse il grosso investimen­to e la determinaz­ione della famiglia Tesoro. C’era grande ambizione. Ci giocammo la promozione perdendo in casa con il Trapani». ALeccepoih­apiantatol­etende. Cosa lo ha spinto a scendere in serie D col Nardò? «Io e la mia famiglia siamo felicissim­i di vivere a Lecce. E’ un ambiente dove si respira una profonda umanità. Lì è nato mio figlio Gilberto. Comincia a diventare un fatto di radici. A Nardò ho trovato stimolante la proposta fattami da dirigenti fantastici. Mi piace la gente. E abbiamo grandi ambizioni».

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