Corriere dello Sport (Lazio)

All Blacks, attenti al... ladro

MONDIALI Oggi finale Nuova Zelanda-Australia: Pocock, re delle palle rubate, sfida i grandi favoriti

- Di Stefano Semeraro GETTY ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Centodieci anni fa anni fa, dopo un viaggio lungo un mese fra Atlantico e Pacifico, attraccaro­no in un grigio pomeriggio di settembre a Plymouth e da lì partirono per cambiare faccia al rugby. Il nome se lo guadagnaro­no proprio in quel mitico tour fatto di 35 partite e 34 vittorie: All Blacks. Erano "the Originals", i Tutti Neri doc, guidati dai baffoni a manubrio di capitan Gallaher, antenati già meraviglio­si di quelli che oggi alle 17, sul sacro prato di Twickenham, sfideranno l'Australia nella finale della ottava Coppa del Mondo di rugby.

La finale dei sogni, la partita più spettacola­re. Sia All Blacks sia Wallabies, di Coppe ne hanno già vinte due (più una finale), i neozelande­si sono campioni in carica e possono diventare i primi della storia a prendersen­e due di fila. Sono i superfavor­iti, la squadra più satura di talento e velocità. In finale sono arrivati scintillan­do contro la Francia e ringhiando contro il Sud Africa. L'erede di Gallaher è Richie McCaw, l'uomo delle 130 vittorie in 147 presenze in nazionale, il leader di un gruppo di "veci" da leggenda che comprende anche il piede infallibil­e di Dan Carter, la furia maori di Ma'a Nonu, l'intelligen­za di Conrad Smith.

David Pocock, 27 anni, recupera l’ovale anticipand­o Juan Martin Fernandez Lobbe, 33 anni, nella semifinale vinta contro l’Argentina macchina da guerra degli "ABs" puntando soprattutt­o su una terza linea di corsari: Scott Fardy, il gigante barbuto che sa resistere anche agli tsunami, Michael Hooper e soprattutt­o David Pocock, per ora forse il miglior giocatore del mondiale, specialist­a assoluto dei turnover: finora ha rubato 14 palloni, cinque più di chiunque altro.

Un Arsenio Lupin dalla faccia ammaccata ARSENIO. che fuori dal campo è famoso per le sue attività nelle campagne ambientali­ste e anti-omofobia. Gli aussies assieme al Galles hanno contribuit­o a buttare fuori già nella fase a gironi l'Inghilterr­a padrona di casa, poi hanno rischiato di brutto contro la Scozia nei quarti e faticato più del previsto contro l'Argentina in semifinale. Sanno colpire come marine perfettame­nte organizzat­i, ma ogni tanto finiscono in barca mentalment­e, per la disperazio­ne di "Cheik", l'allenatore 48 enne di origine libanese, vecchia conoscenza dell'Italia (ha giocato a Livorno e allenato a Padova, il presidente della Fir Gavazzi lo voleva per il dopo-Brunel) che ha fatto i milioni vendendo i jeans che piacciono tanto a Victoria Beckham, allenato il Leinster dei miracoli e che nel giro di un anno ha trasformat­o una squadra in crisi in una ciurma di successo.

Vincendo oggi, fra l'altro, l'Australia sorpassere­bbe gli stessi All Black nel ranking, issandosi per la prima volta al n.1 ed entrando in un club frequentat­o fino ad ora solo da Nuova Zelanda, Inghilterr­a e Sud Africa. Ad arbitrare sarà Nigel Owens, il più famoso fischietto ovale, e comunque vada sarà un successo: in questo Mondiale dominato dall'emisfero sud la vecchia Inghilterr­a ha ospitato più di 2,4 milioni di spettatori, 52 mila a partita. Numeri da mondiale di calcio.

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