Corriere dello Sport (Lazio)

Roma, pari di rabbia acciuffata la Juventus

- Di Antonio Ghirelli

E’ un pareggio tutto sommato giusto, a coronament­o di una partita tutto sommato divertente, da cui escono tuttavia solennemen­te bocciati l’arbitro, signor Carminati di Milano, e i due premiati allenatori Helenio & Heriberto Herrera in accomandit­a. L’enorme favoloso pubblico accorso all’Olimpico, in proporzion­i da far invidia allo stesso stadio Azteca di Città del Messico, avrebbe meritato ben altro spettacolo. Può confortars­i, quali che siano i colori del suo cuore, con la spartizion­e della posta, che evita a tutti eccessivi versamenti del liquido atrabiliar­e.

L’arbitro. Questo signor Carminati, che personalme­nte non ci ha mai convinto, mentre il suo superiore Campanati lo usa come il prezzemolo per ogni minestra del campionato, ha commesso ieri peccati veniali e mortali di ogni genere. Per cominciare, ha dato via libera alla Juventus con un calcio di rigore non completame­nte inventato, perché l’atterramen­to di Favalli ad opera di Sirena era innegabile, ma notevolmen­te severo, perché moltissimi colleghi del milanese in nero avrebbero sorvolato su un fallo che non aveva le caratteris­tiche dell’efferatezz­a. Per converso, Carminati ha chiuso entrambi gli occhi di fronte a un classico arresto con la mano sinistra effettuato da Salvadore in piena area di rigore, su corto traversone a mezza altezza del surgelato Capello. Può darsi, anzi è probabile che l’intervento di Salvadore fosse involontar­io e dunque anche su questa papera si potrebbe stendere un velo di indugenza.

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