Corriere dello Sport (Lazio)

Gli ex NBA? Vendono armi e marijuana!

Karl Malone dirigente di una lobby di fucili. Cliff Robinson diventa “Zio Canna”

- Di Roberto Zanni ANSA

Due star: una di assoluta grandezza, Karl Malone “Il postino”, il secondo realizzato­re di tutti i tempi della NBA, 36.928 punti per il simbolo degli Utah Jazz che chiuse però la carriera ai Lakers nel 2004; l'altra, Clifford “Zio Cliffy” Robinson, 18 anni divisi tra Portland, Phoenix, Detroit, Golden State e New Jersey. Avversari in campo, adesso uniti da un post carriera che è totalmente diverso da quello che spesso accompagna gli ex giocatori di basket.

Non fanno gli allenatori, ma non sono nemmeno caduti nella spirale del fallimento. Nessuna bancarotta: si parla di loro solo perché, entrambi, sono protagonis­ti in due settori bel lontani dalla pallacanes­tro e molto controvers­i...

Karl Malone quando giocava ave“L’ARMAIOLO”. va fatto dell'attacco la sua grande arma: erano gli altri che dovevano cercare di difendere. Adesso le cose sono un po' cambiate, è “The Mailman”, Il Postino, che viene attaccato: da una decina d'anni infatti Malone è diventato uno dei membri più attivi, e anche portavoce, della potentissi­ma NRA, la National Rifle Associatio­n; ovvero l'organizzaz­ione, sempre più al centro delle polemiche, che promuove negli Stati Uni-

Karl Malone, 52 anni, ex star degli Utah Jazz ti l'uso delle armi da fuoco. Una potente lobby che si batte affinché non venga scalfito il diritto costituzio­nale di possedere un'arma. Malone, appassiona­to della caccia, fa parte del Board of Director della NRA, il consiglio direttivo, ed è stato anche il volto di una campagna pubblicita­ria chiamata “I'm the NRA”. Ma proprio per questo è fortemente criticato dalla parte più liberale dell'America, quella che si batte contro il “Second Amendment” della Costituzio­ne USA che sancisce il diritto di possedere armi.

Sempre la stessa onda 'liberal' “L’ERBIVENDOL­O”. statuniten­se, più forte e radicata all'Ovest, ha portato però anche alla legalizzaz­ione, in alcuni stati, della marijuana, dal Colorado fino all'Oregon (la cannabis è permessa da luglio, quarto stato oltre a District Columbia). Ed è qui che troviamo “Zio Cliffy”.

Robinson durante la sua carriera nella NBA per un paio di volte è stato sospeso: il motivo? Uso di marijuana. Poi, una volta smesso di giocare, ha partecipat­o al reality “Survivor” e nel 2014 ha fatto parte della spedizione “diplomatic­a” di Dennis Rodman nella Corea del Nord per celebrare il compleanno del dittatore Kim Jong-Un. Solo una tappa, poco felice, del suo dopo carriera, che adesso sta prendendo una piega completame­nte diversa; o, se si vuole ma- lignare, prevedibil­e dopo gli incidenti di quando giocava.

Clifford Robinson infatti si è trasformat­o in un sostenitor­e dei benefici della marijuana, come medicinale ma anche anti-stress. Il mese prossimo a Portland, nell'Oregon, è programmat­a la “Cannabis Collaborat­ive Conference” e l'ex giocatore sarà uno dei relatori. « Nell'Oregon mi conoscono come giocatore - ha spiegato l'ex Portland Trail Blazers - e io voglio spiegare l'errata percezione che esiste sul fatto che atleti e cannabis sono incompatib­ili».

Attualment­e negli Stati Uniti solo la NHL (National Hockey League) non include la marijuana tra le sostanze proibite, così che per la maggior parte dei giocatori in attività è difficile uscire allo scoperto (a meno che non vengano pizzicati dalla polizia...). Lo può fare invece “Uncle Cliffy”, anche perchè la marijuana per lui ora è business. Ha infatti creato “Uncle Spliffy”, si può tradurre “zio canna” (c'è già la website), ed entro la fine dell'anno, assieme ad altri investitor­i, vuole trasformar­si in uno dei più grandi produttori-rivenditor­i nello stato dell'Oregon.

RISULTATI NBA:

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