Corriere dello Sport (Lazio)

L’INCROCIO Higuain, che mira Viviano, che muro

La punta che tira di più contro il portiere che para di più

- Di Antonio Giordano ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

C ’è c h i c re a e p e rò a n c h e distrugge; e c’è chi conserva per non doversi ritrovare a dover sistemare i cocci. C’è un uomo solo al comando ma ci sono pure uomini che comandano nella solitudine. C’è un calcio da perdersi, stavolta, e va in scena nell’incanto d’uno stadio assai «british» e propon e i l m e g l i o d i s é ( s t at i s t ic a m e nt e ) , p e rc h é m e t t e a confronto e quasi mischia il talento assoluto del bomber dei sogni che va a sbattere contro una sorta di muro di gomma vestito da portiere: è Sampdoria-Napoli, ovvio, ma è anche Higuain che sfida Viviano (e viceversa) e c’è da gustarsela tutta, andando a rileggere (prima ancora che si cominci) tra le pieghe d’una stagione ch’è una contraddiz­ione in termini, sa quasi d’ossimoro del football, perché all’interno dello stesso concetto (ch’è quello di giocare per vincerla) c’è un’opposizion­e stridente e però anche espressiva. so se stesso, la sua capacità di isolarsi, staccarsi dalla banalità: lo dicono i numeri, nei quali bisogna andare ovviamente a leggere, e che l’elevano fino a farne un «mostro», con le sue ottanta conc l u s i o n i , q u a ra nt a q u at t ro delle quali finiscono in quello specchiett­o in cui “el Pipita” riflette se stesso ed il proprio talento di centravant­i. E’ questa una classifica che sa di fotografia, la rappresent­azione sintetica dell’abisso che separa un’«autorità» dalla « normalità»: Insigne, che gli sta dietro, è arrivato a calciare ventiquatt­ro volte in porta e Dybala, l’ultimo dei fenomeni ed indiscutib­ilmente un predestina­to, è approdato alle ventidue conclusion­i. Higuain si nasce e forse di diventa (Sarri dixit : «se attacca lo spazio, può segnare il doppio») e comunque attraverso la famelica vocazione d’un attaccante di questo peso si cambia la propria esistenza, spargendol­a nel lusso di chi sa di avere in sé una r isorsa, un fattore o, se gradite, la differenza.

Però Viviani, SLIDING DOORS. ch’è l’altra metà del cielo calcistico, sa come si manipola il destino: lui lo afferra, lo accartocci­a, lo respinge a pugni chiusi e comunque lo deposita nel cestino, tra le voci «occasioni (altrui) sprecate». In realtà, c’è un amabile guascone, maglia numero due (ma perché, visto che sa essere a modo suo un numero uno?), che ha scelto di rovinare i pomeriggi altrui: ok, ha subito trentadue reti - e peggio hanno fatto soltanto il Paler mo, il Carpi ed il Frosinone - ma sarebbe stata un’eclissi doriana senza questo polipo tra i pali, capace d’arrivare con i tentacoli (quasi) ovunque e comunque di soffocare la gioia del «nemico» ed alimentare l’autostima sua e della Samp.

Se il calHANDA SCORREVOLE. cio è un gioco, lo è pure il tiro al bersaglio e Viviani, che s’è ritrovato come quei pupazz i a l l u na p a rk , ha d ov u t o per ottantacin­que volte inventarsi la « vita», fosse un miracolo o sempliceme­nte una parata, perché pareva ce l’avessero con lui più che con chiunque altro. Viviano più di Handanovic, che pure pare seriamente appartener­e - in questo momento - agli extraterre­stri (per lui, «appena» settancinq­ue interventi). E però i portieri vivono nella nebbia, diventano idoli passeggeri, perché d’un capolavoro rimane nulla : intorno ad un gol «cancellato», non s’edifica - nell’immaginari­o collettivo - un success o, s e m ma i l o s i p ro t e g g e, oppure si evita una sconfitta. Sampdor ia-Napoli è in Viviano contro Higuain, in questo braccio di ferro ravvicinat­issimo tra chi segna ad oltranza (e s’accanisce contro i portieri) e chi sistematic­amente tenta di riscrivere il copione. La sublimazio­ne del calcio.

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