L’INCROCIO Higuain, che mira Viviano, che muro
La punta che tira di più contro il portiere che para di più
C ’è c h i c re a e p e rò a n c h e distrugge; e c’è chi conserva per non doversi ritrovare a dover sistemare i cocci. C’è un uomo solo al comando ma ci sono pure uomini che comandano nella solitudine. C’è un calcio da perdersi, stavolta, e va in scena nell’incanto d’uno stadio assai «british» e propon e i l m e g l i o d i s é ( s t at i s t ic a m e nt e ) , p e rc h é m e t t e a confronto e quasi mischia il talento assoluto del bomber dei sogni che va a sbattere contro una sorta di muro di gomma vestito da portiere: è Sampdoria-Napoli, ovvio, ma è anche Higuain che sfida Viviano (e viceversa) e c’è da gustarsela tutta, andando a rileggere (prima ancora che si cominci) tra le pieghe d’una stagione ch’è una contraddizione in termini, sa quasi d’ossimoro del football, perché all’interno dello stesso concetto (ch’è quello di giocare per vincerla) c’è un’opposizione stridente e però anche espressiva. so se stesso, la sua capacità di isolarsi, staccarsi dalla banalità: lo dicono i numeri, nei quali bisogna andare ovviamente a leggere, e che l’elevano fino a farne un «mostro», con le sue ottanta conc l u s i o n i , q u a ra nt a q u at t ro delle quali finiscono in quello specchietto in cui “el Pipita” riflette se stesso ed il proprio talento di centravanti. E’ questa una classifica che sa di fotografia, la rappresentazione sintetica dell’abisso che separa un’«autorità» dalla « normalità»: Insigne, che gli sta dietro, è arrivato a calciare ventiquattro volte in porta e Dybala, l’ultimo dei fenomeni ed indiscutibilmente un predestinato, è approdato alle ventidue conclusioni. Higuain si nasce e forse di diventa (Sarri dixit : «se attacca lo spazio, può segnare il doppio») e comunque attraverso la famelica vocazione d’un attaccante di questo peso si cambia la propria esistenza, spargendola nel lusso di chi sa di avere in sé una r isorsa, un fattore o, se gradite, la differenza.
Però Viviani, SLIDING DOORS. ch’è l’altra metà del cielo calcistico, sa come si manipola il destino: lui lo afferra, lo accartoccia, lo respinge a pugni chiusi e comunque lo deposita nel cestino, tra le voci «occasioni (altrui) sprecate». In realtà, c’è un amabile guascone, maglia numero due (ma perché, visto che sa essere a modo suo un numero uno?), che ha scelto di rovinare i pomeriggi altrui: ok, ha subito trentadue reti - e peggio hanno fatto soltanto il Paler mo, il Carpi ed il Frosinone - ma sarebbe stata un’eclissi doriana senza questo polipo tra i pali, capace d’arrivare con i tentacoli (quasi) ovunque e comunque di soffocare la gioia del «nemico» ed alimentare l’autostima sua e della Samp.
Se il calHANDA SCORREVOLE. cio è un gioco, lo è pure il tiro al bersaglio e Viviani, che s’è ritrovato come quei pupazz i a l l u na p a rk , ha d ov u t o per ottantacinque volte inventarsi la « vita», fosse un miracolo o semplicemente una parata, perché pareva ce l’avessero con lui più che con chiunque altro. Viviano più di Handanovic, che pure pare seriamente appartenere - in questo momento - agli extraterrestri (per lui, «appena» settancinque interventi). E però i portieri vivono nella nebbia, diventano idoli passeggeri, perché d’un capolavoro rimane nulla : intorno ad un gol «cancellato», non s’edifica - nell’immaginario collettivo - un success o, s e m ma i l o s i p ro t e g g e, oppure si evita una sconfitta. Sampdor ia-Napoli è in Viviano contro Higuain, in questo braccio di ferro ravvicinatissimo tra chi segna ad oltranza (e s’accanisce contro i portieri) e chi sistematicamente tenta di riscrivere il copione. La sublimazione del calcio.