«Non pensavo che dietro la corteccia di un inviato ci fosse una vena così romantica»
Dal canottaggio alla Rai, dal Foro Italico a Roland Garros, passando per lo stadio Azteca e il Bernabeu, le Olimpiadi, Beppe Viola, Platini e Cipollini, frammenti di storia personale e rivelazioni inattese di un inviato Rai e personaggio prismatico nella vita di tutti i giorni. Pubblichiamo, in anteprima, l’introduzione che Gian Piero Galeazzi ha scritto nella sua autobiografia «L’inviato non nasce per caso» che sarà in libreria da martedì prossimo, 26 gennaio. S cr ivere della propr ia vita comporta, a volte, il rischio di sembrare troppo celebrativi, se non addirittura di finire prigionieri, involontari, nel pantheon dei propri r i c o r d i . I o v o r r e i , i n v e c e , guardare indietro nel tempo e dare una spiegazione di cer te scelte o situazioni che hanno modificato la mia vita, anche professionale.
Ecco il perché di questo m i o l i b ro, c h e na s c e d a l l a voglia di fare chiarezza sul mio passato, raccontando a n e d d o t i e r i e v o ca n d o r icordi che tante volte non si è disposti a condividere e di esprimere opinioni e pareri personali.
N o n a v r e i m a i p e n s a - t o c h e s o t t o l a “c o r t e c c i a” di cronista spor tivo ci fos
Campionato 1982-’83: Gian Piero Galeazzi, 69 anni, intervista Bruno Conti