Corriere dello Sport (Lazio)

C adute e g ara interr otta: S v indal, ciao C opp a

- Di Alberto Dolfin ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sulla Streif è per sempre. È felice come non lo era mai stato in vita sua Peter Fill per essere entrato nella leggenda, domando la discesa più prestigios­a della Coppa del Mondo, quella di Kitzbühel. Battere tutti nel tempio per eccellenza della velocità vale come un oro olimpico per uno sciatore. Soltanto due italiani ci erano riusciti prima di lui: Kristian Ghedina nel 1998 e Dominik Paris nel 2013.

Che fosse una stagione particolar­mente positiva, il carabinier­e di Castelrott­o l'aveva già capito a novembre a Lake Louise, quando aveva mancato il successo per un solo centesimo nella discesa di Lake Louise e poi il giorno successivo si era piazzato terzo in superG. Ieri, invece, ha fatto tutta alla perfezione ed è uscito come un proiettile dalla strettissi­ma Steilhang per poi pennellare il difficile tratto di traverso dell'Hausbergka­nte che ha messo in difficoltà tutti i migliori, conquistan­do la seconda vittoria in carriera dopo l'ormai lontanissi­ma affermazio­ne di Lake Louise datata 29 novembre 2008, proprio nel giorno in cui il suo primogenit­o Leon festeggiav­a due anni. Ha dovuto aspettare la gara numero 301 in Coppa del Mondo per coronare il suo sogno sportivo, ma ne è valsa la pena. Nessuno, infatti, è riuscito ad insidiare il primato del 33enne carabinier­e di Castelrott­o in una discesa a dir poco travagliat­a, con la partenza abbassata di un centinaio di metri per il vento e ritardata di un'ora.

Gara che rischiava di far passare la cronaca del trionfo azzurro in secondo piano a causa delle terribili cadute in prossimità dell'Hausbergka­nte che hanno tenuto tutti col fiato sospeso e costretto a lunghe interruzio­ni: Streitberg­er, Reichelt e Svindal sono decollati in volo per diversi metri, venendo catapultat­i contro le reti di protezione. I due austriaci sono stati trasportat­i via in elicottero, mentre il norvegese si è rialzato ed ha potuto recarsi con le proprie forze all'ospedale di Innsbruck. Per nessuno dei tre però, il responso è stato positivo. La stagione è già finita sia per Streitberg­er (rottura dei legamenti crociato anteriore e collateral­e del ginocchio destro) sia per Svindal (rottura del legamento crociato e del menisco del ginocchio destro) che in un primo tempo sembrava non aver riportato gravi conseguenz­e. Un duro colpo per la Coppa del Mondo che perde così l'unico pretendent­e capace di insidiare il dominio di Marcel Hirscher. Rispetto ai due colleghi austriaci, Svindal non indossava l'airbag. Un grosso sospiro di sollievo l'ha tirato soprattutt­o Reichelt che, proprio grazie al giubbotto realizzato dalla Dainese che si apre in 100 millesimi di secondo, ha evitato un impatto ben più brusco col terreno ed ulteriori lesioni: secondo i primi accertamen­ti, dovrebbe cavarsela con una forte contusione ossea alla gamba sinistra e in poche settimane potrebbe già rimettere gli sci ai piedi.

Oltre a costare caro a tre grandi protagonis­ti delle prove veloci, la classica sulla Streif ha lasciato l'amaro in bocca anche ai ventisette sfortunati sciatori che hanno atteso per quasi tre ore in partenza, prima di essere rimandati a casa senza gareggiare per il peggiorame­nto delle condizioni metereolog­iche dopo le prime trenta discese. Tra questi c'era anche il piemontese Mattia Casse, che non saprà mai quanto avrebbe potuto valere il suo primo posto nella prova cronometra­ta di giovedì. Tutti aspetti su cui la Fis dovrà riflettere a fondo.

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