Corriere dello Sport (Lazio)

Blatt c ac ciato, tutti puntano il dito su Jame s

- Di Roberto Zanni

È stato lui? La domanda corre e la risposta arriva subito: LeBron James ha saputo del licenziame­nto di David Blatt dopo che era stato deciso e non ha avuto nessun ruolo nella cacciata del coach che aveva portato Cleveland alla finale per il titolo l'anno scorso (persa con Golden State) e al primo posto quest'anno nella Eastern Conference.

Non è stato interpella­to King James, ma forse perché non ce n'era bisogno. Non è un segreto che la superstar non fosse in sintonia con il coach americano arrivato dal Maccabi Tel Aviv e che in Italia aveva allenato la Benetton. Non si contanto gli episodi: dal «fatti più in là» di un timout, con Blatt costretto a starsene dietro a sentire cosa diceva James, al cambio di un gioco d'attacco deciso dal Re durante i play off con Chicago. C’è il sospetto che le due settimane che l'anno scorso LeBron ha passato separato dalla squadra per curarsi schiena e ginocchio, siano state l'occasione per allontanar­si da Blatt, considerat­o in Europa uno dei migliori tecnici del mondo. Che poi Tyronn Lue, ex play (due anelli con i Lakers), primo assistant coach, promosso capo allenatore, sia il pupillo di James, lo sanno tutti. Silas, Brown e Blatt. Il quale se ne va con un record: è il coach cacciato a stagione inoltrata con la parcentual­e più alta di vittorie nella storia della NBA. « È imbarazzan­te che nella nostra lega succedano cose come queste» è il commento di Rick Carlisle, allenatore di Dallas e presidente della National Basketball Coach Associatio­n. « È dura quando hai 30 vittorie e 11 sconfitte, hai fatto una finale e vieni licenziato: una vergogna», sono le parole di Steve Kerr, coach di Golden State, che proprio venerdì è tornato in panchina dopo il doppio intervento alla schiena: nel 2014 avrebbe voluto Blatt nel suo staff.

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