«Suonavo il violino Dovevo andare al Conservatorio ma scelsi i canestri Jordan il mio idolo»
Signorina Cecile, lei tifa per la Roma o per la Lazio? « Roma». « E perché?» « Perché sì!» La risposta è di una logica disarmante. Nei suoi occhi brillanno così tante luci e tante storie da illuminare anche gli animi più bui. Non è solo una bella ragazza 21enne di colore che il 10 febbraio canterà a Sanremo, nella categoria nuove proposte, con una canzona dal testo forte: è stata una bambina che ha vissuto sulla propria pelle il razzismo e il bullismo; da promettente violinista ha rinunciato alla musica per il basket ; e quando sembrava che lo sport l’avesse definitivamente rapita, alla musica è tornata, stavolta definitivamente, grazie ad una voce eclettica e dotata di una personalità rara nel panorama italiano. Perché Cecile Ngo Noug canta con la grinta di chi era destinata a non nascere.
«Mia madre, MaSENZA VELO. rie Madaleine, è del Camerun - racconta Cecile, venuta a trovarci in redazione - : aveva appena 17 anni quando arrivò in Italia per giocare nella squadra femminile della Roma calcio, in serie A . Dopo pochi mesi conobbe mio padre, un afroamericano originario della Costa d’Avorio: la cugina, che la ospitava ad Ostia, quando seppe che era rimasta incinta la cacciò di casa. Si è ritrovata per strada.»
Poi è apparso un angelo, che ha salvato lei e Cecile: Elena, una suora laica del Centro per la Vita. Sapeva dei documenti per far abortire la ragazzina disperata, già firmati da quell’uomo che non voleva saperne di avere un figlio. L’operazione era programmata tre giorni dopo. «Vieni a casa mia, poi deciderai cosa fare» disse a Marie Madaleine. Così Cecile è nata, ed è stata accudita da Suor Elena, «una seconda mamma per me - ricorda la cantante con una lieve inflessione romana - E’ stata Elena che mi ha portato all’asilo, alle elementari, che con mia madre (ancora in attività, a 39 anni gioca nel Real Co- lombo in C, ndr) mi ha fatto crescere in un ambiente sano, che mi ha regalato un’infanzia felice».
Oggi RAZZISMO E BULLISMO. Cecile lo dice senza paure: « L’Italia è una nazione razzista? Sì, soprattutto negli ultimi tempi. E non parlo solo verso le persone di colore, mi riferisco anche ai musulmani, che dopo i recenti attentati vengono visti come extraterrestri da gente ignorante che non ha voglia di capire, di comprendere. A me tante volte hanno gridato “Tornate al tuo Paese!”. Io ho sempre risposto “Veramente il mio Paese è questo».
Non è stato facile per lei crescere in un quartiere come quello di Ostia, dove l’integrazione razziale e culturale trova, come dovunque, le sue eccezioni. «Quando ero in prima media il ragazzi più grandi facevano i bulli con me. Però questo mi ha aiutato a crescere, altrimenti avrei continuato a subire. Un giorno sono tornata a casa piena di lividi, presa a botte da una compagna: a quel punto ho deciso che non sarei più rimasta immobile davanti a chi mi picchiava. Da allora ho iniziato a difendermi: immediatamente, chi mi aveva presa di mira ha smesso...». BASKET.
Le passioni MUSICA E per la musica e il basket hanno viaggiato su binari paralleli. A 3 anni la prima pianola regalatale da Suor Elena, a 7 un piano elettrico che ha iniziato a suonare da autodidatta. E poi il violino, dal quale era rimasta affascinata la prima volta che ascoltò un concerto di Natale alla Sala Nervi. Era diventata talmente brava con il violino da vincere premi e da essere selezionata dai professori della terza media per presentarsi al Conservatorio di S. Cecilia. « Ho rifiutato: avevo iniziato a giocare a basket a 8 anni perché la palestra del volley era chiusa, a 13 già prendevo parte alla serie B con l’Acilia come pivot. E poi mi voleva il Cervia, in A2. Sono andata a Cervia...». Dove è rimasta due stagioni vincendo un tricolore u.19. E’ seguita l’esperienza al Napoli (una promozione in A1) e il ritorno a Ostia con il Lido di Roma, incontrando quella che sarebbe poi divenuta Miss Italia 2015, Alice Sabatini, allora in panchina con il Santa Marinella.
Nel 2014 si era persino trasferita in Virginia per giocare con la Old Dominion University, ma non è durata. Rientrata a Ostia, ha capito che il nuovo sogno da inseguire era la musica, che le aveva fatto conoscere le doti vocali prima di Celine Dion, poi di Elisa e Giorgia.
Che sia brava, olMESSAGGIO. tre che bella e grintosa, lo hanno capito anche a Sanremo,
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