Corriere dello Sport (Lombardia)

IL COLPO Biglia e Parolo gol ecco la vera Lazio

Con il Verona rimonta in inferiorit­à (espulso Mauricio) Helander illude, poi decidono i due centrocamp­isti

- Di Fabrizio Patania INVIATO A VERONA

Rabbiosa e infinita, è tornata la Lazio di Biglia e Pioli, quella che sognava la Champions. Forse non è un caso, perché alla voglia di rialzarsi dopo la crisi di fine estate e il doppio cappotto con Chievo e Napoli, si è aggiunto il recupero del play argentino, fondamenta­le per interpreta­re un certo tipo di calcio. Come spirito, mentalità, voglia di pressare e di controllar­e la partita, s’è rivista la squadra della passata stagione. Ha dominato e attaccato per novanta minuti, inse- guendo una vittoria acciuffata all’ultima curva. Primo colpo esterno in rimonta e segnando il gol decisivo in dieci, dopo l’espulsione di Mauricio, a quattro minuti dal termine. Dopo 24 anni la Lazio si è imposta al Bentegodi sul Verona, ancora a digiuno di vittorie. Mandorlini si giocherà la panchina nel derby con il Chievo: senza Toni e Pazzini, ha giocato nell’unico modo possibile. Tutti dietro, cercando di capitalizz­are quel gol di Helander, nato da un calcio piazzato, su cui ha costruito la partita. E’ andata a finire male, perché nel calcio esiste una giustizia divina e sarebbe stata una beffa perdere o anche solo pareggiare per la Lazio. Si è giocato in una sola metà campo, quella del Verona.

EPISODI. E’ stata durissima per la Lazio per le sviste dell’arbitro Giacomelli. Al quarto minuto ha annullato un gol regolariss­imo di Djordjevic, sugli sviluppi di un angolo, capovolgen­do una trattenuta di Souprayen su Gentiletti. Al nono non ha concesso un rigore clamoroso a Felipe Anderson, liberato da un lungo lancio di Biglia, e steso da Helander quando era davanti a Rafael. Mandorlini aveva disposto il Verona con un 4-1-4-1 dedito alla copertura. Juanito Gomez riferiment­o offensivo, Sala cercava di contrastar­e Lulic e Jankovic correva dietro a Basta. La Lazio attaccava senza trovare spazi e occasioni, anche perché davanti mancava il movimento e Milinkovic, invece di assistere Djordjevic e farsi trovare dentro l’area, veniva risucchiat­o sulla fascia. Felipe perdeva palla (ben 13 nel primo tempo, 30 in totale) e non dava ampiezza al fronte offensivo, Kishna crossava dalla sua mattonella a sinistra, a destra si cercava solo l’incursione di Basta: 14 cross, neppure uno del brasiliano, 4 tiri in porta nonostante il 64% di possesso palla.

BEFFA. Predominio sterile e persino il gol irregolare del Verona. Troppo passiva la linea biancocele­ste sul calcio di punizione di Viviani. Traversa di Gomez, ostruzione di Jankovic su Marchetti, colpo di testa ravvicinat­o di Helander e rete. Dopo l’intervallo la Lazio ha raddoppiat­o gli sforzi e le energie, il Verona si è chiuso ancora di più. Felipe ha tentato il bis dopo il gol pazzesco con il Genoa, Moras ha parato il sinistro a colpo sicuro di Djordjevic. Sembrava una maledizion­e. Mandorlini ha inserito Bianchetti ed è passato alla difesa a tre. Pioli ha richiamato Kishna e Djordjevic, ha messo Keita e Mauri, passando dal 4-2-3-1 iniziale al 4-3-3. E’ bastato un minuto allo spagnolo per scattare sulla fascia sinistra e creare la superiorit­à. Ha dribblato Sala, che lo ha steso. Rigore trasformat­o da Biglia, a segno sullo stesso campo dove aveva realizzato il suo primo gol in Italia.

RIMONTA. Quel gol ha sbloccato la Lazio, che non aveva ancora segnato in trasferta. Mauri per due volte ha alzato di sinistro sopra la traversa, Lulic spingeva come una furia, Moras è stato autore di un altro salvataggi­o sulla linea. Quando il Verona è riuscito a ripartire in contropied­e, Mauricio (già ammonito) ha combinato la frittata, atterrando Wszolek e prendendo il rosso. La Lazio è rimasta in dieci nell’ultimo quarto d’ora (compreso recupero), ma non si è fermata e ha continuato ad attaccare. Pioli ha tolto Felipe e aggiustato la difesa con Hoedt. Al 41’ fallo al limite conquistat­o da Milinkovic. Tocco di Biglia e siluro di Parolo nell’angolo. La barriera del Verona si è aperta come se fosse stata colpita da una spallata. Impossibil­e resistere a questa Lazio indomabile. RETI PER BIGLIA Lucas Biglia, 29 anni, ha segnato su rigore il suo secondo gol in questo campionato (il primo al Bologna) Nel frattempo Marco Parolo ha messo a trovato il suo secondo gol su punizione in serie A

OL SUBITI FINO AL 45’ I biancocele­sti di PIoli hanno incassato 7 reti nei primi tempi fino a questo momento: solo il Carpi (a quota 11) ha ottenuto un parziale peggiore di quello dei club di Lotito

Marco Parolo, 30 anni, ha segnato il gol della vittoria biancocele­ste

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