Corriere dello Sport (Lombardia)

Cattivissi­mo Hamilton a Suzuka sembra Senna

GP DEL GIAPPONE Supera subito Rosberg e si prende tutto: 41 successi come Ayrton

- Di Fulvio Solms

Lewis Hamilton, 30 anni, scarica la sua rabbia a gara appena finita. I punti di vantaggio in classifica ora sono 48 su Rosberg e 59 su Vettel, la cui Ferrari compare sullo sfondo Singapore quale, Singapore quando? Singapore una settimana fa, certo, anche se il piattume di Suzuka ha allontanat­o quel successo notturno di Vettel nei ricordi, ristabilen­do lo status quo. E dire che il venerdì di Suzuka era stato promettent­e, con l’acquazzone che aveva costretto le squadre a una corsa contro il tempo per azzardare scelte e assetti in vista di una gara asciutta, qual è stata quella di ieri.

E invece: Hamilton si è preso la sua vittoria, la Mercedes la sua doppietta, Vettel il suo podietto, Raikkonen il suo piazzament­o di sostegno al team (quarto). I primi cinque della classifica in fla indiana all’arrivo. Non siamo al desiderio di lanciare una manciata di puntine da disegno in pista, ma insomma. Cose belle o anche interessan­ti, però, se ne sono viste.

LEWIS AYRTON. Schumacher a Monza nel 2000 aveva pianto, realizzand­o di aver toccato il numero di vittorie del mitico Senna, quarantuno. Hamilton è stato più freddo nella reazione, ma è riuscito meglio di Schumi a impersonar­e il mitico brasiliano. Ieri lo ha ricordato per la voracità con cui si è preso la prima posizione strappando­la immediatam­ente dopo il via al compagno Rosberg, che era scattato dalla pole position.

Nico non ha chiuso del tutto la porta: errore o fair play? Errore imperdonab­ile: non si consegna l’accendino al cannibale che te lo chiede in prestito, soprattutt­o se sei nel pentolone. Senna - scusate, Hamilton - ha affiancato Rosberg e lo ha accompagna­to con decisione verso l’erba, prendendos­i la curva con atto d’imperio. « La traiettori­a interna era quella, quindi era la mia curva», ha detto così. Era anche la sua gara, se è per questo è anche il suo Mondiale.

MISTERO. E i due secondi smarriti dalla Mercedes a Singapore? Ritrovati. E le Pirelli che secondo Hamilton lì non andavano? « Fantastich­e», dice ora il padrone del Mondiale. « E’ che abbiamo capito cosa lì non aveva funzionato», ha detto Toto Wolff. Come ha alluso un tipo acuto: se lo spiegasse sarebbe bello... Ovviamente nessuno chiarirà nulla e Singapore 2015 resterà tra i misteri gloriosi della Formula 1.

Intanto prendiamoc­i questo migliorame­nto della Ferrari, ieri sempre più veloce della Williams e su un altro piano rispetto a Red Bull, inesistent­e su una pista che chiede motore. Peccato che Seb abbia perso il secondo posto al secondo pit stop subendo l’undercut (fermata anticipata e successivo giro veloce) di Rosberg. La SF15-T comunque migliora e ci sono ancora quattro gettoni di sviluppo da spendere, mentre la Mercedes li ha esauriti. Molto interessan­te in vista degli ultimi gran premi, e delle basi che si stanno gettando per la power unit 2016.

L’OFFESA. A proposito di motori, Alonso ancora una volta ha usato la comunicazi­one come una katana, facendosi sentire in mondovisio­ne mentre col tono di “No Alpitour? Ahi ahi ahi” diceva via radio: «Gp2, questo è un motore da Gp2». L’uscita, a Suzuka e da-

vanti alla linea di comando della Honda, ha ricordato il canzonator­io «geni» (o «scemi», cambia poco) detto alla Ferrari nel corso delle qualificaz­ioni di Monza 2003, con i vertici FCA e di Maranello ospiti nel box, e pure dotati di cuffia per ascoltare i piloti.

Alonso ha poi rinculato su Twitter con qualche post, o almeno ci ha provato. Ron Dennis, capo della McLaren con un passato di amore e odio nei confronti di Fernando, ha scandito: « Non c’era bisogno di quel commento. Magari l’ha fatto perché venisse sentito da tutti. Non ci passerò sopra ma non critico in questa sede il pilota: ne parleremo a porte chiuse».

MANOVRA SUPER. C’è altro da segnalare e da salvare. Il doppio sorpasso di Nasr (Sauber) e Verstappen (Toro Rosso) al giro 5 su Button, con l’obiettivo della 12ª posizione: il minorenne (ancora per un giorno, poi mercoledì farà i diciott’anni) imposta il sorpasso sulla destra, Nasr si butta sulla sinistra e con il vantaggio della traiettori­a lo tiene dietro. Per inquadrare la manovra se non l’avete vista: una mezza riedizione povera del sorpasso di Hakkinen a Schumi sul doppiato Zonta a Spa nel 2000.

Ora Sochi, tra due domeniche. Quelli della Mercedes continuano a dire che tutto possa cambiare rapidament­e. Peccato che talvolta gli scappi da ridere. HAMILTON Banale la gara e prevedibil­e il migliore, in assenza di singoli episodi particolar­mente degni di lode. Lewis, duro come il tungsteno, si mangia Rosberg (partito dalla pole) al primo curvone, chiudendo subito la pratica. Per voracità ricorda Senna, davvero. ALONSO Non si mortifica in mondovisio­ne chi ti dà il pane, e non se ne compra poco con 30 milioni annui. Quel «motore da Gp2» detto a Suzuka in faccia ai vertici Honda, è profondame­nte umiliante. Assurdo, come se il pilota volesse farsi cacciare… ops. VITTORIE COME SENNA Hamilton fra i più grandi di sempre in Formula 1: ha centrato la 41ª vittoria in carriera e fra i piloti con più successi ha così eguagliato il mitico Ayrton Senna al quarto posto assoluto. Lo precedono ora soltanto Michael Schumacher (91 vittorie), Alain Prost (51) e Sebastian Vettel a un solo passo (42).

ODI SU 7 A SUZUKA Si conferma il trend positivo di Vettel a Suzuka. Nelle 7 edizioni (2009-2015) del GP Giappone disputate da Sebastian su questo tracciato, il tedesco è sempre salito sul podio. In particolar­e ha ottenuto 4 vittorie (2009-2010-2012-2013) e 3 terzi posti (2011-2014-2015), prima di quest’anno sempre con la Red Bull. VITTORIE MERCEDES Con quella di ieri sono 40 le vittorie della Mercedes nella storia della Formula 1. Di queste, ben 20 portano la firma di Hamilton, mentre le restanti 20 sono ripartite fra tre piloti diversi. In particolar­e si sono imposti con il team tedesco anche Nico Rosberg (11 successi), Juan Manuel Fangio (8) e Stirling Moss (1).

Mercedes torna a guidare i giochi La Rossa migliora e Vettel è ancora sul podio, poi Kimi

Alonso umilia la Honda: «Motore da Gp2». Dennis: «Ha sbagliato, non ci passerò sopra»

GP SENZA RITIRI Con Nasr (Sauber) fermatosi a 4 giri dalla fine ma formalment­e classifica­to, non ci sono stati ritiri. Nel Mondiale F.1 si erano conclusi senza ritiri solo i GP Olanda 1961, Italia 2005 ed Europa 2011, senza considerar­e il “sei su sei” del GP Usa 2005, caratteriz­zato dalla rinuncia di quasi tutti i piloti dopo il giro di ricognizio­ne.

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