Corriere dello Sport (Lombardia)
Quota 18, ora Sousa ha il record a 3 punti
Nella storia novantennale dei viola solo l’”elegante Guido” Ara arrivò a 17 in 7 partite
Battere l’Atalanta per confermare il primo posto in classifica e anche per stabilire il record assoluto di punti raccolti a inizio campionato: 18. Domani l’Europa League distoglierà lo sguardo dei fiorentini tutti, squadra e tifosi, da quel rettangolo pieno di numeri che si chiama classifica, con i conti che tornano come non mai a settembre-ottobre in casa viola, essendo incasellati, per Paulo Sousa e i suoi, dall’alto (il più alto), in basso. Ma è chiaro che subito dopo si tornerà a pensare in grande, entro i nostri confini. E toccare quella cifra evocativa davvero sarebbe un ulteriore esame di maturità per il gruppo del tecnico portoghese. Che qui firmerebbe il suo primo significativo obiettivo parziale. Nessuno dei suoi prede- cessori, dal 1926 a qui (assegnando a tutti 3 punti a vittoria), pronti-via, avrebbe fatto così bene.
IL SETTIMO SIGILLO. Quel che sta accadendo in città è una specie di ciclone umorale. E il ciclone, si sa, quando arriva, arriva. E’ inutile fare finta, come il Pieraccioni innamorato appena schiantatosi col suo Motobecane nel pagliaio di casa: «Non è successo nulla...». No, qualcosa è successo, magari ancora conta poco ma se Firenze stavolta ha deciso subito di lasciarsi andare all’euforia del primo posto, pur se solo dopo 6 giornate giocate, un motivo c’è, soprattutto in una piazza spesso caratteriale, sempre pronta a un “però” anche davanti a una bella vittoria. Stavolta ha prevalso l’emozione di qualcosa di raro, di perduto, la vertigine del primato davanti all’incer- tezza di quello che sarà. Meglio godersela, avrebbe detto il Magnifico. E i tifosi della Fiorentina se la godono. Quindici punti raccolti dopo 540 minuti giocati sono una rarità a quelle latitudini. Era accaduto una sola volta, nella storia quasi novantennale della Viola: era il 1998, autunno reso solare da Rui, Edmundo preCarnevale e soprattutto da quel fenomeno di Batistuta, capace di segnare 8 reti in sei partite, continuando così fino al 7 febbraio ‘99 (18 reti in 20 giornate!) quando il suo incidente contro il Milan precluse al Trap il sogno dello scudetto (terzo posto finale). Alla settima giornata di quella stagione però, la Fiorentina, già battuta in extremis da Totti in precedenza, cadde a Parma.
LA STORIA. Neppure la straordinaria Fiorentina degli anni ‘50, quella del primo scudet- to e dei quattro secondi posti consecutivi, era stata capace di fare meglio. Nel ‘55 la squadra futura campione d’Italia si fermò a 14 punti (10 nella realtà, con la vittoria a 2 punti) dopo 6 giornate e pareggiò alla settima a Vicenza. Stessa striscia nel ‘59, con un 3-3 a Torino con la Juve (7° turno). Arrivò invece a quota 17 (in 7 partite), vincendo 1-0 a Genova con la Sampierdarenese, la Fiorentina dell’”elegante” Guido Ara, vercellese di nascita e fiorentino d’adozione, il più grande mediano italiano del primo novecento, l’uomo universalmente conosciuto per un concetto ormai secolare: “il calcio non è uno sport per signorine”.Anche quella Fiorentina alla fine arrivò terza (miglior piazzamento prima dello scudetto del ‘56). Ottanta anni dopo l’elegante Paulo proverà a fare meglio.