Corriere dello Sport (Lombardia)

Rehhagel e Aragones Ct campioni over 65

- Di Fabio Massimo Splendore

E pensare che si sono anche... potremmo dire rincorsi. Già due volte in carriera. Edy dopo Giampiero nel 2003 a Cagliari: Cellino esonerò Ventura e Reja arrivò ed evitò la B. Nel 2005 il tecnico genovese salutò il Napoli che rinasceva - primo allenatore dell’era De Laurentiis - e quello goriziano arrivò per aprire la nuova stagione e un quadrienni­o per salire dalla C alla A. Ora si inseguono ancora, ma è diverso. Ventura è terzo con il suo Torino, Reja è sesto con l’Atalanta. In questo campionato che sembra aver capovolto le gerarchie rispetto agli ultimi, due maghi senza età sono lì a portare le loro squadre dove si respira Europa, per il Toro se tutto si fermasse ora, preliminar­e di Champions League. In una Italia che per aspettativ­e di vita è il secondo paese del pianeta assieme a Singapore, Reja a 69 anni e Ventura a 67 sono in qualche modo il vessillo del trend che questa tendenza fa registrare. E il fatto che la scuola italiana dei tecnici in attività sia tra le più longeve per carta d’identità, conferma certi ragionamen­ti. Poi vai a vedere la Svizzera, che sulle aspettativ­e di vita è addirittur­a la prima (82,9 contro i nostri 82,6) e ti accorgi che le panchine della Super League tracciano una età media tra le più basse, 48,7 anni, circa 4 meno di noi. E Zeman, che da Lugano ha timbrato quota 68, quella media gliela alza pure un po’. Ma la Svizzera è piccola, anche come “dimensione” calcistica. E qui parliamo del grande calcio continenta­le.

RECORD. Reja è per il secondo anno di fila il “Grande Vecchio” della Grande Europa: che vuol dire serie A, Liga, Bundesliga, Premier League e Ligue 1. Se mettiamo in campo il resto del Vecchio Continente del pallone Edy va a braccetto con un altro saggio che ha inse- guito e a cui ha dato il cambio a Brescia nel 1996: Mircea Lucescu, il guru dello Shakhtar (Ucraina, un altro pezzo di piccola Europa del calcio), che i 70 li ha fatti il 29 luglio, mentre al nostro mancano 10 giorni. Si sono divisi Pirlo che sbocciava in quegli anni. Poi c’è Dick Advocaat, 68 anni e un bel po’ di grattacapi al Sunderland. E il terzo è Ventura. Gli altri sono tutti dietro di un bel po’: in Francia c’è Courbis (62 anni) e il suo Montpellie­r, in Spagna Paco Herrera (61 anni) e il suo Las Palmas. In Bundesliga Armin Veh (54 anni) all’Eintracht.

ESEMPI. Con la loro passione inesauribi­le Reja e Ventura sono un po’ l’esempio da guardare e ammirare. Edy fa il tecnico grazie all’insistenza della moglie Livia: gliela presentò Capello e lo spinse lei a provare. Frequentaz­ioni doc: ha cenato con Senna e giocato a calcio d’estate con Pasolini. Non ha mezze misure, «finché il cuore pompa alleno», la sua Atalanta mette in campo un 4-33 muscoli (tanti) e fantasia (il giusto), più i guizzi di Moralez e il Papu Gomez. Con lui ha richiamato a lavorare Alberto Bollini, che aveva avuto con successo quando lo rivollero alla Lazio, ma in partita è lì che salta come un grillo. E grida il suo calcio. Come Ventura, stregato dal Barcellona di Cruyff, sperimenta­tore che ama chiamare i moduli proposte, che ha inventato il 4-2-4 capace di far innamorare tatticamen­te Antonio Conte. Uno che allena per libidine e che sul suo sito ha stampata in copertina una frase di Tom Landry, il coach guru di un trentennio dei Dallas Cowboys: «Il mio lavoro è far fare a qualcuno qualcosa che non vuole fare, per fargli raggiunger­e quello che vuole raggiunger­e». Chiedete a Bonucci, Immobile, Cerci, ieri. E oggi a Maksimovic, Baselli, Benassi, Belotti, Zappacosta. Vincenti. Quando erano settantenn­i o giù di lì. Andiamo all’estero. Senza scomodare il Colonnello Lobanovsky, che dominò il calcio sovietico e ucraino vincendo anche in Europa con la sua Dinamo Kiev, tanto da stancarsi a 62 anni di alzare trofei.

TRE TOTEM. La storia dei trionfi alla soglia dei 70 anni si fa con tre firme. Otto Rehhagel, tedesco di Essen, una carriera vincendo tra Werder Brema e Kaiserslua­tern, poi arrivano il 4 luglio 2004 e l’impresa che resta per sempre: l’Europeo in Portogallo e lui ct della Grecia a 67 anni, porta la Coppa ad Atene battendo 1-0 i padroni di casa

Si sono passati il testimone a Cagliari nel 2003 e a Napoli nel 2005: quanta passione!

con un gol di Charisteas. restando sempre alla competizio­ne continenta­le per nazionali ci spostiamo di quattro anni e arriviamo al capolavoro di Luis Aragones in Austria e Svizzera nel 2008: la finale del 29 giugno a Vienna dice Spagna-Germania 1-0 con timbro di Fernando Torres. In quella Spagna c’è la crema: Casillas, Ramos, Puyol, Iniesta, Xavi, Fabregas, David Silva, Torres. Il ct spagnolo un mese dopo compirà 70 anni e accetterà la sfida del Fenerbahce, da cui sarà esonerato: un anno e mezzo fa si è spento. E infine Jupp Heynckes da Mönchengla­dbach: a 68 anni si è tolto lo sfizio di

Rehhagel con la Grecia

Aragones con la Spagna

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REUTERS
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BARTOLETTI

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