Corriere dello Sport (Lombardia)
L’italo-brasiliano Vercesi progetta il colpaccio
Sulla strada dell’Italia c’è di nuovo Angelo Vercesi, 48 anni, brasiliano con i nonni italiani, da cui ha ereditato gli italianissimi nome e cognome. In Italia ha anche lavorato e vinto, sia come preparatore che come allenatore, anche se la sua storia a Pesaro, non finì prorpiamente bene, tra botte (dialettiche) e risposte che evidenziarono il deterioramento del rapporto con la squadra.
In quel gruppo c’era anche Martina Guiggi, che oggi se andrà in campo cercherà di dare il meglio, forse con qualche motivazione supplementare. O forse no. Prima di tutto perchè il tempo spesso fa sbiadire i contrasti e quando si è nello stesso calderone pallavolistico, mantenere un certo stile è il modo migliore per tagliare ogni zavorra mentale. E poi perchè è troppo importante l’ottavo di finale in sè, un duello che se perso, condannerebbe l’Italia ad un mortificante fallimento, lanciando invece la Croazia verso una rivincita contro quel-
Angelo Vercesi, 48 anni, ct della Croazia la Russia sconfitta nettamente lunedì sera, ma prevedibilmente fatta di ben altra pasta.
Ai Mondiali, al PalaEur di Roma un anno fa, la Croazia seppe mettere alle corde l’Italia in un appassionante primo set, che le azzurre guadagnarono ai vantaggi, con un 26-24 che mise al tappeto Poljak e compagne, che infatti persero senza più lottare i due parziali successivi. Vercesi aggiungerà anche oggi un tocco pittoresco alla partita? Forse. Probabilmente. Angelo è uno di quegli allenatori che sta in panchina coms se fosse in campo. Si agita, strepita, incita, si tuffa per terra, esulta per un punto importante. Vuole trasmettere la sua carica agoistica alle giocatrici, anche se quando la Croazia affronta l’Italia, non ce n’è assolutamente bisogno.
Oltretutto l’ossatura della nazionale croata è ricca di giocatrici che sono state protagoniste del campionato italiano: Poljak, Barun, Fabric, Usic. La Croazia insomma ha un reparo schiacciatrici che se in giornata, come ha dimostrato anche l’Olanda lunedì sera, può far male a qualunque avversaria e dunque anche all’Italia, specie se dovesse esprimersi sotto tono. Anche la Croazia sa essere micidiale al servizio e non c’è dubbio che battuta e ricezione saranno le prime chiavi di lettura della delicatissima sfida che può rilanciare o chiudere l’Europeo delle azzurre. Ieri per loro solo una seduta di pesi, stamane allenamento alll’ Ahoy Rotterdam (10251 spettatori), che nel week end ospiterà semifinali e finali.
Ai Mondiali 2014 la Croazia giocò un gran primo set Il 3-0 sulla Russia le ha dato fiducia