Corriere dello Sport (Lombardia)

Lavoro e silenzio: riecco Maicon

Il brasiliano ha trovato equilibrio e così è tornato utile per Garcia

- Di Roberto Maida ROMA

Non basta una partita per brindare al miracolo. Bastano però gli atteggiame­nti per socchiuder­e una porticina che sembrava irrimediab­ilmente chiusa. Maicon è ancora un calciatore e, nelle giornate buone, sa essere l’uomo che sposta gli equilibri, le gerarchie, le speranze. Ne ha fatto le spese l’Udinese, se ne è accorto Colantuono che ha allargato le braccia: «Non sapevo se avrebbe giocato. Ma lo temevo. E avevo ragione».

SOFFITTA. Sembrano finiti - o almeno sospesi - i lunghi periodi di assenza dovuti ai problemi al ginocchio, le chiacchier­e su una «vita segreta» in qualche modo assecondat­i da Walter Sabatini in una conferenza stampa, le burrascose pause di rendimento che si alternavan­o agli allenament­i. Tutt’altra storia. La terza versione è stata fino a questo momento esemplare, addirittur­a meglio di quanto si sia visto in partita. Durante il precampion­ato, Maicon si è allenato con cura maniacale. Puntualiss­imo al raduno, concentrat­issimo già dal primo giorno nel ritiro di Pinzolo. E anche dopo, superato un piccolo acciacco che ne ha frenato la condizione atletica, ha lavorato con ferocia per mettersi alla pari dei compagni, aspettando una chiamata di Garcia. I risultati si sono visti mercoledì, con la doppietta assist-gol che gli mancava dall’aprile 2011: allora giocava nell’Inter e veniva dal Triplete.

SFIDA. Stavolta invece gioca nella Roma e affronta la sua Inter: «Sono rimasto molto legato alla squadra, anche se la società è cambiata. Ma se l’allenatore vuole, sono a disposizio­ne per giocare ancora». Ci spera, perché la sua classe rabbiosa merita di essere considerat­a. Ma sa che non sarà così semplice la sua conferma a San Siro. Garcia lo ha utilizzato tre volte in questo campionato. E sempre in casa, dove la Roma è abituata a giocare più nella metà campo avversaria che nella propria.

LA SITUAZIONE. Ma se pure dovesse tornare in panchina, non farebbe storie. Maicon non ha creato il minimo problema quest’anno. E in questo modo ha recuperato la stima dello spogliatoi­o. Non solo del giovane collega Nura, promettent­e terzino della Primavera, che pochi giorni fa ha pubblicato una foto con lui, «il mio idolo». Ma anche con i senatori, che gli sono stati accanto nel periodo più buio della scorsa stagione, convinti che non fosse perso per sempre.

RETROSCENA. La parola-chiave della rinascita è semplice: gestione. Lo scorso anno, per via delle incomprens­ioni con il preparator­e Rongoni, Maicon non è riuscito ad allenarsi come avrebbe desiderato, con i suoi tempi e i suoi modi. E il ginocchio ne ha risentito: la mattina di Roma-Bayern, in un consulto nell’albergo dei Parioli che ospitava la squadra, disse a Garcia che non si sentiva di giocare. Troppo dolore. E’ stato il primo lungo break della stagione, di poco successivo al rinnovo contrattua­le. Ma il peggio è successo a febbraio, dopo Roma-Fiorentina di Coppa Italia. Lì si è arreso, la sua stagione non poteva continuare. Ma ora è ripartita la giostra. E anche la mezza idea di un nuovo rinnovo. Al di là della clausola automatica (prolungame­nto dopo il 70% delle presenze stagionali) il suo entourage vorrebbe segnali dalla società. Sabatini però stavolta aspetta. Non basta una partita.

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Maicon seguito da Florenzi

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