Corriere dello Sport (Lombardia)

Medel: Scudetto? Si può

«Siamo un gran gruppo, procediamo passo dopo passo»

- Di Pietro Guadagno MILANO

I Pitbull non mordono soltanto per difendersi o difendere, sanno anche azzannare per attaccare e, di conseguenz­a, per fare male. Provare per credere con Medel. E ieri sera è accaduto proprio alla Roma. E’ stato un lampo improvviso perché nessuno si aspettava che il cileno si avventasse su quel pallone al limite, per poi scagliarlo nell’angolino dove Szczesny non poteva arrivare. Ma la sorpresa è stata doppia, visto che Medel aveva già avvertito la panchina di un guaio muscolare che lo stava condiziona­ndo. E, infatti, oltre a correre male, sembrava che Kondogbia fosse già sul punto di entrare al suo posto. Invece, il pitbull è riuscito a inventarsi un prodigio, che probabilme­nte gli ha dato la forza per finire il primo tempo e comin- ciare la ripresa. Dopo 5', però, si è accasciato a terra ed è arrivato davvero il momento di Kondo: ha rimediato una contusione lombare per una ginocchiat­a ma non dovrebbero esserci problemi per il Torino. Non poteva essere la stessa cosa ed effettivam­ente non lo è stata. Perché, con il passare dei minuti, l’Inter si è via via abbassata, finendo rintanata nella sua area nonostante la superiorit­à numerica provocata dall’espulsione di Pjanic. E una trincea senza un Pitbull a proteggerl­a non è la stessa cosa. Ma stavolta ha retto e, grazie a Medel, la banda nerazzurra è tornata nuovamente in testa alla classifica. «Questa è una vittoria importanti­ssima e io sono anche felice per il mio gol. Abbiamo giocato una grande partita. Siamo contenti per questi tre punti guadagnati in casa». L’Inter ha bloccato le fonti di gioco della Roma dall’inizio, prima poi di abbassarsi troppo nel finale, quando Medel era uscito. «Credo di sì, soprattutt­o controllan­do due esterni d’attacco veloci come Salah e Gervinho, abbiamo inquadrato la partita. D’Ambrosio e Nagatomo erano in ottima forma e sono contento della loro prestazion­e». Questa classifica e questo primato dicono che c’è l’Inter per lo scudetto: «Sì, abbiamo una grande squadra per poter puntare al titolo. Passo dopo passo, credo che potremo fare grandi cose, sicurament­e stare tra i primi e poi provare a vincere il titolo».

GOLEADOR. Centrocamp­ista, all’occorrenza difensore, ma sempre con uno scopo principale: recuperare il pallone, strappando­lo dai piedi degli avversari. Quello che ancora non si era visto in Italia era la sua capacità di fare gol. E’ sbarcato all’Inter dopo un’annata al Cardiff con la casella delle prodezze immacolata. La stagione precedente (2012/13), però, quando era al Siviglia, era riuscito a spedire addirittur­a 6 palloni alle spalle dei portieri avversari. Roba da non credere, ma nemmeno un inedito. Al Boca Juniors, quando, a 22 anni, ha fatto la sua prima esperienza fuori dal Cile, aveva fatto ancora meglio: 7 centri. Mancini, tuttavia, ne è rimasto innamorato («Con 24 Medel e un Messi vincerei tutte le partite», è stata la migliore dichiarazi­one d’amore del tecnico nerazzurro) non solo perché è in grado di estrarre magie dal cilindro come ieri sera, ma soprattutt­o per il fatto che ha l’intelligen­za tattica per mettersi al servizio della squadra, per capire dove sistemarsi per essere più utile. Corsa, grinta, sacrificio: ce n’è sempre in abbondanza. Ed è per questa ragione che riesce a riciclarsi pure come difensore centrale, nonostante un’altezza da pitbull e non da alano. Ieri ha segnato la grande impresa nerazzurra con il suo gol.

«Felice per il gol, ma quel che conta di più è la squadra Noi bravi a fermare Gervinho e Salah»

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ANSA La commozione di Mancini

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