Corriere dello Sport (Lombardia)
DE LAURENTIIS «MAI HO AVUTO UN NAPOLI COSÌ»
«Questa è la mia squadra più bella, Higuain è unico»
« Fuitevenne » : e invece, com’è sacrosanto che sia, il Maschio Angioino è per Eduardo De Filippo, che trent’anni fa uscì definitivamente di scena e che suo figlio Luca omaggia con un convegno sulla disagio giovanile, sul pericolo della devianza. « Fuitevenne» fu amore&dolore, un invito per giovani attori a staccarsi da una città (quarant’anni fa) ritenuta senza futuro da un fuoriclasse autentico, fuori da ogni tempo, e che viene rievocato (talvolta) adesso, in una città che ha fretta, che si rotola nelle difficoltà, che mette assieme, al tavolo, Luigi De Magistris, il Sindaco, ed Aurelio De Laurentiis, il Presidente del Napoli, un giorno nemici e l’altro nemici, e stavolta relatori ma «fuori dal campo».
(ULTIMO) STADIO. Poi però il pallone si prende la sce- na e De Laurentiis spazia in quell’universo personale che sembra un’ossessione e magari sarà tormento o anche un refrain: c’era una volta la scugnizzeria, ricorderete... «Ma non è così semplice fare campi di calcio. Io sono andato a Soccavo, a Scampia, ma esistono problemi, aste a cifre non idonee. Quanto al San Paolo e a Fuorigrotta, vorrei vede un quartiere vivo; ho fatto un’offerta, che vale solo per i lavori basilari. Magari un giorno, che so, potrei anche stancarmi è ritirarla. Qui ci sono leggi che non funzionano e allora andiamo da Renzi. E comunque quello è un cesso e continuo a chiamarlo cesso».
AMO HIGUAIN. Ma l’attimo fuggente lo regala Higuain, quella incoronazione pubblica è figlia dell’estasi che travolge e che spinge a paragoni, a classifiche internazionali, a suggestioni: « Lui e Cavani sono diversi ma starebbero bene assieme. El Pipita è unico, uno dei quattro più forti al mondo; con il Matador si è vissuto uno splendido triennio ma mi trovo meglio adesso. Io adoro la mamma ed il papà di Gonzalo e spero di conoscere presto suo fratello che sta in America. E comunque questo è il più bel Napoli che ho avuto, anche se pure quello di Mazzarri si lasciava apprezzare molto». MA ANCHE SARRI. E’ il momento delle confessioni: di Benitez s’innamorò a Londra, a prima vista, e si scelsero, prima di separarsi per diversità di vedute dopo una Coppa Italia e una Supercoppa in bacheca; di Sarri rimase colpito al telefono. «La cotta per lui me la sono presa nel momento in cui m’ha detto che stava per andare a Milano e ci ha ripensato quando l’ho chiamato. Mi disse che era nato a Bagnoli, dove vado a correre e penso che sto respirando le fetenzie dell’amianto. Quanto al contratto: c’è un’opzione, che può essere esercitata entro il termine stabilito. E posso decidere di aggiungere un bonus, ma questi sono fatti miei».
L’INCIDENTE. Poi capita anche ai cosiddetti capitani d’industria d’aggrovigliarsi su se stessi, di smarrirsi nella verbosità, d’essere gratuiti in certe considerazioni e persino in talune valutazioni sul ruolo della stampa; sono retropensieri che in De Laurentiis si sono sviluppati in passato, che ciclicamente riemergono, e rappresentano scivoloni che appartengono però al personaggio, capace d’intrufolarsi in acrobazie dialettiche periodicamente con le quali deve poi fronteggiarsi. Succede. E succede che si riparli di Sarri, della sua «conversione» al tridente e delle modalità con le quali si è arrivati al cambiamento, materiale radiofonico che è ha lasciato un po’ di imbarazzo. E comunque: «Lo adoro, è un personaggio eduardiano. Questo Napoli diverte, è brillante e protetto. Vogliono giocare tutti e quando non possono si incavolano. Il 4-3-3 l’ha utilizzato lui, l’ha fatto in passato e anche in ritiro. E comunque, su questa storia del sistema di gioco, nella quale sono stato tirato in ballo, mi rompo le scatole e dico: jatevenne». E’ un altro suono, da «fuietevenne»....
Aurelio De Laurentiis, 66 anni, è diventato presidente del Napoli nel settembre 2004
Il presidente fa dietrofront sul nuovo modulo «Il 4-3-3 è stato scelto da Sarri»
«Il Pipita è fra i 4 più forti al mondo è diverso da Cavani ma starebbero bene insieme»