Corriere dello Sport (Nazionale)
Canada ko ma l’Italia non fa più festa
Gli azzurri battono il Canada per 23-18: giocano male e soffrono fino alla fine, restando in corsa per i quarti
La cosa più divertente della partita è stata l'invasione pacifica di uno spettatore travestito da orso. Placcato da un inserviente con un gesto tecnico che gli azzurri visti ieri si sognano. Non fidatevi del risultato: l'Italia ha perso. Sì, ha perso. Nel pomeriggio in cui ha ritrovato la vittoria, 210 giorni dopo l'impresa di Murrayfield. Ha perso perché non ha mostrato un briciolo della nobiltà tecnica che 16 edizioni del Sei Nazioni avrebbero dovuto darle.
Il Canada, un manipolo di dilettanti innervato da cinque pro' che militano in Europa, ha fatto la figura degli All Blacks. Ciaran Hearn, centro di tali Castaway Wanderers (mai sentiti) è stato quasi im- placcabile, mentre i giocatori "europei" del triangolo allargato (Evans, Phil McKenzie e Van der Merwe) non li abbiamo visti mai. Correvano con il telepass. Due mete subite in prima fase, un'altra annullata (giustamente) dalla moviola. Ci ha salvato un briciolo di carattere e di esperienza, contro una squadra che gioca assieme quando può e quando capita e negli ultimi mesi aveva perso contro potenze del calibro di Stati Uniti, Tonga e Romania.
La Nazionale spezza una striscia di sei sconfitte consecutive e resta paradossalmente in corsa per tutto: qualificazione ai quarti e a Giappone 2019. Per conquistare la prima dovremmo battere l'Irlanda (fantascienza), per la seconda superare la Romania (mica scontato). Leeds ha detto che questa squadra non ha più punti di riferimento, né certezze.
PAURA. Inquadrati dalle impietose telecamere di ITV, gli azzurri hanno cominciato a tremare al momento degli inni. Facce tirate, volti spaventati, sguardi persi. Una squadra schiacciata dalla pressione. E nessuno che in campo sia riuscita a prenderla per mano. Parisse è ancora a Parigi che twitta e fa terapie. Forse lo rivedremo a Londra domani. Forse. Se arriverà, dovrà risollevare un gruppo che, aldilà delle parole, non pare avere più punti di riferimento.
«Avevamo visto il Canada contro l'Irlanda e centrato la preparazione di questa partita sulla difesa, non sull'attacco» la sorprendente rivelazione del c.t. Brunel a fine gara. Bene, anzi male. Abbiamo placcato con il 78% di riuscita - roba che se fai così nel Sei Nazioni ne prendi 80 a partita - e i canadesi hanno bucato 31 volte (31!) il loro avversario diretto. Van der Merwe e Evans ci hanno infilzato in prima fase, cogliendo l'uno Venditti con la testa altrove, l'altro Benvenuti molle nel placcaggio
Eravamo preparati anche alle mischie veloci dei Canucks e al loro rifiuto di ingaggiare in touche. Il primo problema era irrisolvibile, il secondo ha richiesto un'ora di tentativi per capire che l'unico modo di fargliela pagare era giocare la cosiddetta "furba": doppio scambio tallonatore-pilone-tallonatore e via lungo la linea laterale. La si usava trent'anni fa... La meta del sorpasso finale di Garcia è nata così.
«L'Italia gioca il Sei Nazioni, è abituata a gestire le partite - sospira DTH Van der Merwe, 29 anni, ala del Llanelli - Noi abbiamo avuto l'opportunità di vincere e non l'abbiamo colta». Il guaio è che questa partita non l'ha vinta nessuno.