Corriere dello Sport (Nazionale)

Hamilton vola e fa il vuoto Vettel sul podio

Supera subito Rosberg e si prende tutto: 41 successi come Ayrton

- di Fulvio Solms

Mercedes torna a guidare i giochi La Rossa migliora e Vettel è ancora sul podio, poi Kimi Alonso umilia la Honda: «Motore da Gp2». Dennis: «Ha sbagliato, non ci passerò sopra»

Singapore quale, Singapore quando? Singapore una settimana fa, certo, anche se il piattume di Suzuka ha allontanat­o quel successo notturno di Vettel nei ricordi, ristabilen­do lo status quo. E dire che il venerdì di Suzuka era stato promettent­e, con l’acquazzone che aveva costretto le squadre a una corsa contro il tempo per azzardare scelte e assetti in vista di una gara asciutta, qual è stata quella di ieri.

E invece: Hamilton si è preso la sua vittoria, la Mercedes la sua doppietta, Vettel il suo podietto, Raikkonen il suo piazzament­o di sostegno al team (quarto). I primi cinque della classifica in fla indiana all’arrivo. Non siamo al desiderio di lanciare una manciata di puntine da disegno in pista, ma insomma. Cose belle o anche interessan­ti, però, se ne sono viste.

LEWIS AYRTON. Schumacher a Monza nel 2000 aveva pianto, realizzand­o di aver toccato il numero di vittorie del mitico Senna, quarantuno. Hamilton è stato più freddo nella reazione, ma è riuscito meglio di Schumi a impersonar­e il mitico brasiliano. Ieri lo ha ricordato per la voracità con cui si è preso la prima posizione strappando­la immediatam­ente dopo il via al compagno Rosberg, che era scattato dalla pole position.

Nico non ha chiuso del tutto la porta: errore o fair play? Errore imperdonab­ile: non si consegna l’accendino al cannibale che te lo chiede in prestito, soprattutt­o se sei nel pentolone. Senna - scusate, Hamilton - ha affiancato Rosberg e lo ha accompagna­to con decisione verso l’erba, prendendos­i la curva con atto d’imperio. « La traiettori­a interna era quella, quindi era la mia curva», ha detto così. Era anche la sua gara, se è per questo è anche il suo Mondiale.

MISTERO. E i due secondi smarriti dalla Mercedes a Singapore? Ritrovati. E le Pirelli che secondo Hamilton lì non andavano? « Fantastich­e», dice ora il padrone del Mondiale. « E’ che abbiamo capito cosa lì non aveva funzionato», ha detto Toto Wolff. Come ha alluso un tipo acuto: se lo spiegasse sarebbe bello... Ovviamente nessuno chiarirà nulla e Singapore 2015 resterà tra i misteri gloriosi della Formula 1.

Intanto prendiamoc­i questo migliorame­nto della Ferrari, ieri sempre più veloce della Williams e su un altro piano rispetto a Red Bull, inesistent­e su una pista che chiede motore. Peccato che Seb abbia perso il secondo posto al secondo pit stop subendo l’undercut (fermata anticipata e successivo giro veloce) di Rosberg. La SF15-T comunque migliora e ci sono ancora quattro gettoni di sviluppo da spendere, mentre la Mercedes li ha esauriti. Molto interessan­te in vista degli ultimi gran premi, e delle basi che si stanno gettando per la power unit 2016.

L’OFFESA. A proposito di motori, Alonso ancora una volta ha usato la comunicazi­one come una katana, facendosi sentire in mondovisio­ne mentre col tono di “No Alpitour? Ahi ahi ahi” diceva via radio: «Gp2, questo è un motore da Gp2». L’uscita, a Suzuka e da- vanti alla linea di comando della Honda, ha ricordato il canzonator­io «geni» (o «scemi», cambia poco) detto alla Ferrari nel corso delle qualificaz­ioni di Monza 2003, con i vertici FCA e di Maranello ospiti nel box, e pure dotati di cuffia per ascoltare i piloti.

Alonso ha poi rinculato su Twitter con qualche post, o almeno ci ha provato. Ron Dennis, capo della McLaren con un passato di amore e odio nei confronti di Fernando, ha scandito: « Non c’era bisogno di quel commento. Magari l’ha fatto perché venisse sentito da tutti. Non ci passerò sopra ma non critico in questa sede il pilota: ne parleremo a porte chiuse».

MANOVRA SUPER. C’è altro da segnalare e da salvare. Il doppio sorpasso di Nasr (Sauber) e Verstappen (Toro Rosso) al giro 5 su Button, con l’obiettivo della 12ª posizione: il minorenne (ancora per un giorno, poi mercoledì farà i diciott’anni) imposta il sorpasso sulla destra, Nasr si butta sulla sinistra e con il vantaggio della traiettori­a lo tiene dietro. Per inquadrare la manovra se non l’avete vista: una mezza riedizione povera del sorpasso di Hakkinen a Schumi sul doppiato Zonta a Spa nel 2000.

Ora Sochi, tra due domeniche. Quelli della Mercedes continuano a dire che tutto possa cambiare rapidament­e. Peccato che talvolta gli scappi da ridere.

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Vettel ai box: la sosta costa il secondo posto
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ANSA Lewis Hamilton, 30 anni, scarica la sua rabbia a gara appena finita. I punti di vantaggio in classifica ora sono 48 su Rosberg e 59 su Vettel, la cui Ferrari compare sullo sfondo

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