Corriere dello Sport (Nazionale)
Tre stelle fra magie e capricci
Insigne, Mertens e Gabbiadini: una concorrenza difficile da gestire
Perché si chiamino (sempre) mal di pancia non sarà mai chiaro: sono brontolii, certo, però è la testa che aziona la bocca, oppure ispira un’espressione, ed è complicato andare a leggere nel cervello di chi ha scelto di farsi (momentaneamente) del male. E,’ ma seriamente, un complicato intrigo di scatole improvvisamente inaridite, matrioske che sputano fuori incontrollabili ed incomprensibili tensioni personali generatesi nel nulla o, peggio ancora, nella fertilità d’un ambiente mica sereno, ma euforico: Insigne che si lamenta di dover uscire (per lasciare il posto a Mertens) e Mertens che s’incupisce dopo un gol (perché nei titolari gli viene preferito sempre Insigne) esprimono la rappresentazione dell’ego e costituiscono ferite rimarginabili però da cicatrizzare in fretta, un lavoro suppletivo ch’esce dagli schemi e non ha bisogno della psicologia (seppur spicciola) ma d’una massiccia dose d’ironia utile a fronteggiare anche i retweet del procuratore di Gabbiadini, triste come il fans tecnologicamente avanzato che cinguetta d’avere un cuore in lacrime per così tanto spreco in panchina. E’ paradossale scoprire Napoli avvolta in questa nuvola di pensieri assai laterali che diventano centrali, si prendono la scena e la capovolgono, lasciando che una cappa s’impadronisca del clima gioioso d’una città e d’un club e un po’ ne soffochi l’entusiasmo: i successi a raffica basterebbero e avanzerebbero per starsene accomodati sulla nuvoletta a sognare, ma senza dirlo in giro affinché l’aspirazione non divenga «bestemmia».
Il calcio sembrerebbe eguale ovunque e/o a qualsiasi latitudine, invece ci sono macrocosmi nei quali inevitabilmente s’amplificano situazioni altrove domabili con un pizzico di buon senso ed una ramanzina: stavolta, non c’è bisogno di rivolgersi ad Agatha Christie, e questi tre casi improvvisamente apertisi - spalancatisi - dinnanzi a Maurizio Sarri costituiscono semplicemente la prova ch’è impossibile godersi (pienamente) lo stato di grazia tecnico. «E’ incredibile: siamo reduci da dieci vittorie, stiamo giocando un bel calcio e si pensa alle reazioni». La contraddizione è nei fatti, in quei frammenti d’ira che ormai restano scolpiti nel video e costituiscono la cartina di tornasole di stati d’animo da rimodellare, d’un umore da rinfrescare con quel pizzico d’humor tosco-napoletano spruzzato da Sarri per contenere gli effetti della paprika: «Mi piace quando uno s’incazza, però Insigne chieda scusa ai compagni, soprattutto a quelli che stavano seduti in panchina e non s’erano neanche riscaldati. E quanto a Mertens, che volete vi dica?, per farlo irritare di più e fargli ripetere ciò che ha fatto con il Palermo, quel gran gol, gli tireremo una labbrata nell’intervallo». Pancia o testa che siano, si curano in pubblico con un sorriso (ma in privato...).