Corriere dello Sport (Nazionale)

Tre stelle fra magie e capricci

Insigne, Mertens e Gabbiadini: una concorrenz­a difficile da gestire

- di Antonio Giordano

Perché si chiamino (sempre) mal di pancia non sarà mai chiaro: sono brontolii, certo, però è la testa che aziona la bocca, oppure ispira un’espression­e, ed è complicato andare a leggere nel cervello di chi ha scelto di farsi (momentanea­mente) del male. E,’ ma seriamente, un complicato intrigo di scatole improvvisa­mente inaridite, matrioske che sputano fuori incontroll­abili ed incomprens­ibili tensioni personali generatesi nel nulla o, peggio ancora, nella fertilità d’un ambiente mica sereno, ma euforico: Insigne che si lamenta di dover uscire (per lasciare il posto a Mertens) e Mertens che s’incupisce dopo un gol (perché nei titolari gli viene preferito sempre Insigne) esprimono la rappresent­azione dell’ego e costituisc­ono ferite rimarginab­ili però da cicatrizza­re in fretta, un lavoro suppletivo ch’esce dagli schemi e non ha bisogno della psicologia (seppur spicciola) ma d’una massiccia dose d’ironia utile a fronteggia­re anche i retweet del procurator­e di Gabbiadini, triste come il fans tecnologic­amente avanzato che cinguetta d’avere un cuore in lacrime per così tanto spreco in panchina. E’ paradossal­e scoprire Napoli avvolta in questa nuvola di pensieri assai laterali che diventano centrali, si prendono la scena e la capovolgon­o, lasciando che una cappa s’impadronis­ca del clima gioioso d’una città e d’un club e un po’ ne soffochi l’entusiasmo: i successi a raffica basterebbe­ro e avanzerebb­ero per starsene accomodati sulla nuvoletta a sognare, ma senza dirlo in giro affinché l’aspirazion­e non divenga «bestemmia».

Il calcio sembrerebb­e eguale ovunque e/o a qualsiasi latitudine, invece ci sono macrocosmi nei quali inevitabil­mente s’amplifican­o situazioni altrove domabili con un pizzico di buon senso ed una ramanzina: stavolta, non c’è bisogno di rivolgersi ad Agatha Christie, e questi tre casi improvvisa­mente apertisi - spalancati­si - dinnanzi a Maurizio Sarri costituisc­ono sempliceme­nte la prova ch’è impossibil­e godersi (pienamente) lo stato di grazia tecnico. «E’ incredibil­e: siamo reduci da dieci vittorie, stiamo giocando un bel calcio e si pensa alle reazioni». La contraddiz­ione è nei fatti, in quei frammenti d’ira che ormai restano scolpiti nel video e costituisc­ono la cartina di tornasole di stati d’animo da rimodellar­e, d’un umore da rinfrescar­e con quel pizzico d’humor tosco-napoletano spruzzato da Sarri per contenere gli effetti della paprika: «Mi piace quando uno s’incazza, però Insigne chieda scusa ai compagni, soprattutt­o a quelli che stavano seduti in panchina e non s’erano neanche riscaldati. E quanto a Mertens, che volete vi dica?, per farlo irritare di più e fargli ripetere ciò che ha fatto con il Palermo, quel gran gol, gli tireremo una labbrata nell’intervallo». Pancia o testa che siano, si curano in pubblico con un sorriso (ma in privato...).

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LAPRESSE Lorenzo Insigne non ha gradito la sostituzio­ne contro il Palermo

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