Corriere dello Sport (Nazionale)
All Blacks, attenti al... ladro
MONDIALI Oggi finale Nuova Zelanda-Australia: Pocock, re delle palle rubate, sfida i grandi favoriti
Centodieci anni fa anni fa, dopo un viaggio lungo un mese fra Atlantico e Pacifico, attraccarono in un grigio pomeriggio di settembre a Plymouth e da lì partirono per cambiare faccia al rugby. Il nome se lo guadagnarono proprio in quel mitico tour fatto di 35 partite e 34 vittorie: All Blacks. Erano "the Originals", i Tutti Neri doc, guidati dai baffoni a manubrio di capitan Gallaher, antenati già meravigliosi di quelli che oggi alle 17, sul sacro prato di Twickenham, sfideranno l'Australia nella finale della ottava Coppa del Mondo di rugby.
La finale dei sogni, la partita più spettacolare. Sia All Blacks sia Wallabies, di Coppe ne hanno già vinte due (più una finale), i neozelandesi sono campioni in carica e possono diventare i primi della storia a prendersene due di fila. Sono i superfavoriti, la squadra più satura di talento e velocità. In finale sono arrivati scintillando contro la Francia e ringhiando contro il Sud Africa. L'erede di Gallaher è Richie McCaw, l'uomo delle 130 vittorie in 147 presenze in nazionale, il leader di un gruppo di "veci" da leggenda che comprende anche il piede infallibile di Dan Carter, la furia maori di Ma'a Nonu, l'intelligenza di Conrad Smith.
David Pocock, 27 anni, recupera l’ovale anticipando Juan Martin Fernandez Lobbe, 33 anni, nella semifinale vinta contro l’Argentina macchina da guerra degli "ABs" puntando soprattutto su una terza linea di corsari: Scott Fardy, il gigante barbuto che sa resistere anche agli tsunami, Michael Hooper e soprattutto David Pocock, per ora forse il miglior giocatore del mondiale, specialista assoluto dei turnover: finora ha rubato 14 palloni, cinque più di chiunque altro. ARSENIO. Un Arsenio Lupin dalla faccia ammaccata che fuori dal campo è famoso per le sue attività nelle campagne ambientaliste e anti-omofobia. Gli aussies assieme al Galles hanno contribuito a buttare fuori già nella fase a gironi l'Inghilterra padrona di casa, poi hanno rischiato di brutto contro la Scozia nei quarti e faticato più del previsto contro l'Argentina in semifinale. Sanno colpire come marine perfettamente organizzati, ma ogni tanto finiscono in barca mentalmente, per la disperazione di "Cheik", l'allenatore 48 enne di origine libanese, vecchia conoscenza dell'Italia (ha giocato a Livorno e allenato a Padova, il presidente della Fir Gavazzi lo voleva per il dopo-Brunel) che ha fatto i milioni vendendo i jeans che piacciono tanto a Victoria Beckham, allenato il Leinster dei miracoli e che nel giro di un anno ha trasformato una squadra in crisi in una ciurma di successo.
Vincendo oggi, fra l'altro, l'Australia sorpasserebbe gli stessi All Black nel ranking, issandosi per la prima volta al n.1 ed entrando in un club frequentato fino ad ora solo da Nuova Zelanda, Inghilterra e Sud Africa. Ad arbitrare sarà Nigel Owens, il più famoso fischietto ovale, e comunque vada sarà un successo: in questo Mondiale dominato dall'emisfero sud la vecchia Inghilterra ha ospitato più di 2,4 milioni di spettatori, 52 mila a partita. Numeri da mondiale di calcio. Come da pronostico è il Sudafrica a chiudere al terzo posto la Coppa del Mondo, battendo allo Stadio Olimpico di Londra l’Argentina 24-13. Nonostante le parole della vigilia del commissario tecnico Meyer, per il quale questa “finalina” non contava nulla, gli Springboks hanno nettamente prevalso, approfittando della chiara superiorità fisica (i Pumas erano decimati dagli infortuni), e si sono imposti grazie alle mete di Pietersen e Etzebeth e ai precisi calci di Pollard.