Corriere dello Sport (Nazionale)

IL TRAGUARDO Ora Sarri punta il record di Bigon

Con l’Inter cerca il 18° risultato utile di fila come riuscì al Napoli del secondo scudetto

- Di Francesco Modugno ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Calò il buio sul San Paolo. La Rai oscurò il segnale per la sola zona di Napoli. E così fece anche il Werder Brema in campo. Gli azzurri non si videro. Non si trovavano. Smarriti. Novembre '89. Sarebbe stata la diciannove­sima partita utile consecutiv­a. Un'altra. L'ennesima di un record che ancora resiste e che però adesso vacilla. Era quello il Napoli di Albertino Bigon. E di Maradona. Poi campione d'Italia. Da agosto a quel mercoledì pomeriggio aveva rallentato qualche volta, ma mai si era fermato davvero. Qualificaz­ione ai rigori in Coppa Italia nell'afa a Monza. Il debutto stagionale. Poi due gol alla Reggina per passare al terzo turno. E da lì l'inizio del campionato, con l'Europa di mezzo. E non c'erano i gironi: dentro o fuori. Stress e niente turn over. Uno squadrone, quel Napoli. Con una formazione che un po' era come adesso, quasi una filastrocc­a. Pure se senza Maradona all'inizio. In Argentina. Bizzoso e capriccios­o. Col solito ritardo e il malumore stavolta per la mancata cessione al Marsiglia di monsieur Tapie. Ma quella era una squadra tosta. Vincente per mentalità. Gruppo vero. E segnavano tutti. Crippa fu decisivo ad Ascoli. Renica contro l'Udinese. E un gol di Mauro fu fatale al Verona. con gli svizzeri del Wettingen. Poi però l'imprevisto, il Werder. Lo stop. Diciotto di fila tra pareggi e successi. Una dimostrazi­one di forza. Ventisei anni dopo, la storia si può ripetere. Paragonare. Si può tirar via dai cassetti, raccontarl­a col sostegno della cronaca. I numeri si somigliano. Come le aspettativ­e e i ricordi; con gli almanacchi che scovano analogie e nuovi stimoli. A UN PASSO. Sarri quasi come Bigon. Quasi, per ora. Ma lanciato, deciso, vicino. Con l'Inter può agguantarl­o, fare diciotto pure lui e mettersi lassù in vetta. In tutti i sensi. Per il record, storico anche questo. E con un'eventuale vittoria, anche davanti a tutti in classifica (semmai insieme alla Fiorentina). Napoli paralleli, che però si incontrano. Sono macchine del resto. Macchine di un tempo diverso. Quella di Sarri è partita lenta. Sconfitta a Sassuolo, due pari con Sampdoria ed Empoli. Diffidenza, tensioni e mezza depression­e. Però quella era già la striscia giusta. Appena cominciata. Diciassett­e partite ormai, un filotto. Record europeo adesso. Con quello di sempre, tutto napoletano, nel mirino. Col Bruges la svolta. Il sistema di gioco, nuovi titolariss­imi, distanze giuste, equilibri e gol. Tanti quelli fatti. Con Higuain e Insigne autori del 71 per cento di quelli segnati in campionato. Pochi pochissimi invece quelli presi. Questione di organizzaz­ione. E forse, ancor prima, di atteggiame­nto. Intensità, applicazio­ne, solidità tattica e di testa, gambe che corrono come nessuno in A (108,381 km di media) e consapevol­ezza in continuo crescendo. Con momenti che non dimentichi. Cinque reti alla Lazio, quattro a San Siro, Juventus battuta e così anche la Fiorentina. Tutte le grandi affrontate e battute. E sempre coi titolariss­imi in campo. Quelli che nell'89 erano: Giuliani, Ferrara, Francini Crippa e... E ora Reina e gli altri. Gioco e giocatori: certezze. Così Sarri va lontano.

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