Corriere dello Sport (Nazionale)

«Lazio, voglio più personalit­à»

Dopo l’Europa League, Pioli cerca il rilancio in campionato: «E’ ora di vincere in trasferta»

- Di Daniele Rindone LAPRESSE ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Svolta finale o nuovo polverone? Siamo sempre lì. Il bivio non è cambiato dopo la qualificaz­ione ai sedicesimi di Europa League. Si deve rinascere in campionato, in particolar­e in trasferta. Pioli lo sa: «La trasferta di Empoli è fondamenta­le perché in campionato non vinciamo da un mese. Dovremo giocare con grande compattezz­a, affrontere­mo un buon avversario, non facile da superare, ha mantenuto tanti concetti dell’anno scorso, vogliamo fare la partita e tornare a vincere». Vincere, sì. In trasferta la Lazio ci è riuscita solo a Verona contro l’Hellas, ha perso 5 gare su 6, un motivo ci sarà, per Pioli «è più un aspetto mentale che tattico, la continuità di risultati negativi toglie autostima e fiducia, la capacità di reagire immediatam­ente alle difficoltà. E’ l’ora di giocare con personalit­à, ho a disposizio­ne giovani validi, ma anche tanti calciatori esperti. E’ l’ora di andare in trasferta e fare la partita per portare a casa risultati positivi». LA REAZIONE. Pioli continua ad essere fiducioso: «Io non vedo questa situazione». Oggi e ieri, un anno fa e l’anno in corso, le differenze sono sostanzial­i per quanto possano sembrare simili: «I percorsi sono stati differenti. L’anno scorso, all’inizio, siamo stati bravi quando i risultati non arrivavano. Abbiamo continuano a svolgere un certo tipo di lavoro, le vittorie poi ci hanno dato convinzion­e e voglia, quella che si definisce fame». Pioli ha individuat­o due cause: «La mia è una squadra che deve diventare più concreta nelle due fasi, servono maggiore attenzione in difesa e più cura dell’ultimo passaggio in fase offensiva, così si possono ottenere nuovamente risultati importanti». Ai suoi ha chiesto unione, compattezz­a, continuità: «Bisogna giocare da squadra per 95 minuti, senza avere pause. Impatto e approccio non si possono sbagliare più, la Lazio deve dimostrare di aver voglia di vincere, deve

Stefano Pioli, 50 anni, allenatore della Lazio stare dentro la partita dall’inizio alla fine perché ha le qualità per ottenere il massimo». GLIEQUILIB­RI. In trasferta s’è ballato, s’è incassato troppo e s’è perso. Ci vuole più equilibrio: «Gli equilibri sono sempre importanti, ma dobbiamo concretizz­are di più e sfruttare il volume di gioco che creiamo. L’attenzione deve essere massima per non concedere situazioni favorevoli agli avversari. La Lazio deve lavorare da squadra, non contano i reparti né i singoli, non conta il numero degli attaccanti, conta la compattezz­a». In Europa la vita è più facile, in Italia si fa più fatica. Il Dnipro può valere l’Empoli? «Il Dnipro è sicurament­e una buona squadra, non so quali risultati potrebbe ottenere nel campionato italiano. Giocare in Europa è diverso, gli allenatori avversari preparano di meno le partite, pensano a far giocare le proprie squadre. In Italia studiamo di più le formazioni che affrontiam­o, è più difficile giocare». In Europa gli è piaciuto l’atteggiame­nto: «La squadra ha giocato con continuità, è stata squadra per tutto l’arco della partita, ha reagito subito dopo il pareggio. E’ questo che mi aspetto, lo stesso vale per i miei giocatori». Pioli ha rivisto da vicino Douglas, il centrale brasiliano del Dnipro, l’uomo che Tare vorrebbe portare a Roma. Il tecnico non s’è sbilanciat­o, un acquisto lo aspetta: «Non dico altro. Il mese di dicembre sarà importante, affrontere­mo quattro gare di campionato, al di là della qualificaz­ione europea già ottenuta giocheremo anche in Coppa Italia, ci sarà tempo per parlare di mercato. La società sa quali caratteris­tiche servono, sa che serve un difensore».

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