Corriere dello Sport (Roma)

Una frase ed è partita la rimonta

Pioli e la carica all’intervallo «Se c’è giustizia non perdiamo»

- Di Fabrizio Patania GETTY

Quando Lulic, Biglia, Marchetti e tutti gli altri sono riapparsi in campo dopo l’intervallo, per un attimo la memoria è tornata indietro sino al 14 aprile del 1974, alla banda Maestrelli. Il bosniaco saltellava nervoso, in attesa di ricomincia­re la partita. Djordjevic e Milinkovic parlottava­no, si erano già schierati sulla linea di centrocamp­o e aspettavan­o il fischio dell’arbitro Giacomelli. Mancavano un paio di minuti all’inizio del secondo tempo e tutto il Verona era ancora rintanato nello spogliatoi­o del Bentegodi.

Il pensiero è tornato davvero indietro nel tempo e la carica messa dai giocatori biancocele­sti, seguiti in trasferta da circa trecento tifosi (pochi rispetto alle at- tese), è stata una conferma. Lulic ha spinto come un indemoniat­o, Parolo si è messo a pressare, persino Felipe Anderson e Keita, quando è entrato, si sono messi a difendere. Erano raddoppiat­e le energie. E’ stato proprio Pioli, come fece Maestrelli nel 1974, a spedire in anti- cipo la squadra biancocele­ste sul campo dopo l’intervallo. Qualche differenza c’è, perché la Lazio di Wilson, Pulici e Chinaglia trascorse quasi tutto l’intervallo sul prato ad aspettare il Verona mentre l’onda dell’Olimpico saliva riem- piendo l’attesa del secondo tempo.

RABBIA. Questa volta l’attesa è durata meno, ma il senso, il significat­o e gli stimoli sono stati gli stessi. «Ho detto ai ragazzi di bere solo un goccio d’acqua e di risalire sul campo, perché se esiste una giustizia divina avremmo vinto questa partita» ha raccontato Pioli durante le interviste. E’ stato un modo per caricare i suoi giocatori, dargli fiducia e trasmetter­gli una feroce determinaz­ione in una fase delicatiss­ima. La Lazio aveva attaccato per tutto il primo tempo e si era ritrovata sotto di un gol. Sembrava una maledizion­e, una costante, il segno negativo in trasferta di una stagione sbagliata. E invece no. La squadra biancocele­ste si è ribellata al destino, ha ripreso a correre, a martellare il Verona, ha insegui-

L’abbraccio a fine gara: la Lazio ha vinto fuori casa dopo quasi quattro mesi

Come con Maestrelli nel 1974 (proprio contro il Verona) la squadra è tornata subito in campo

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Felipe Pulici e Pino Wilson entrano in campo
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Una fase di Lazio-Verona: da 1-2 a 4-2

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