Corriere dello Sport (Roma)

SERIE A ITALIANI “SUPERATI”

Tesserati ben 98 stranieri i nostri atleti sono solo 77

- Di Andrea Barocci

Domenica scatta la serie A, il massimo campionato italiano di basket. Ecco, in questa frase c’è un errore. Non lo trovate? In effetti non è poi così semplice scoprirlo.

L’errore sta nella parola “italiano”. Perché ormai la A sembra sempre più lontana da un torneo organizzat­o nel nostro Paese. Secondo uno studio fatto dalla newsletter “Spicchi d’Arancia”, su 181 atleti tesserati sino ad oggi, ben 98 sono stranieri (ovvero extracomun­itari, comunitari e cotonou) e solo 77 italiani di passaporto e formazione. Ne mancano 6? Anche volendo aggiungere i “passaporta­ti” Forray, Cerella, Viggiano e Nicevic, il polacco Wojchiecho­wski e il georgiano Metreveli cresciuti nei nostri vivai, i nostri atleti sono comunque in minoranza.

RIFLESSION­I. E allora, leggendo questi numeri, viene subito da chiedersi dove sta andando la nostra pallacanes­tro? Se questo è l’andamento, iniziato tra l’altro già da diversi anni, quale sarà il futuro del basket nazionale, e ovviamente della Nazionale che non partecipa alle Olimpiadi dal 204? Se gli stranieri che sbarcano oggi nella penisola fossero tutti del livello di quelli degli anni 80 e

Mario Boni (Giba): «Non è vero che costano. Se li fai giocare sono meglio di tanti americani!»

90, ovvero fuoriclass­e che diventavan­o immediatam­ente maestri e tutor per i giovani, sarebbero un gran valore aggiunto per il movimento, a prescinder­e dal passaporto.

Il problema è che la qualità media di americani, comunitari e cotonou è drammatica­mente calata, di pari passo con le disponibil­ità econo-

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