Nuovo stadio a novembre i disegni finali
Non sono rimasti a quel progetto messo insieme il meglio possibile, con il Comune di Roma che aspettava dietro l’angolo, con le braccia conserte e picchiettando a terra la punta di un piede. L’amministrazione cittadina aveva piazzato il paletto al 15 giugno e quel limite andava rispettato, a costo di fare troppo in fretta. Ma non è stato poi un peccato capitale, par- don per il pessimo gioco di parole. Nessuno voleva far cadere nel vuoto un’iniziativa importante come quella del nuovo stadio della Roma e pochi vogliono farlo adesso.
Però ci vuole tempo. Il mese di novembre è un’indicazione ragionevole per l’arrivo delle integrazioni corpose chieste dalla Regione perché sia possibile avviare la conferenza dei servizi, sede in cui verranno prese le effettive e autentiche decisioni sulla realizzazione dell’impianto e di tutto ciò che deve circondarlo, dalle infrastrutture al parco verde a quello commerciale.
Il nodo è quello dei trasporti ed è un nodo duro da sciogliere. La soluzione preferita dagli esperti, il rafforzamento della ferrovia Roma Lido, è molto costoso e prosuce altri effetti collaterali indesiderati. Il prolungamento della Metro B è più semplice da realizzare e rappresenta una soluzione alla lunga più efficace. E’ su questo aspetto che s’incentrano i contatti e gli incontri che continuano a tenersi in questo periodo, dai quali gradualmente, con voluta lentezza. stanno uscendo i nuovi disegni, il completamento del progetto.
Non risulta ci sia opposizione politica di massa al nuovo stadio di Tor di Valle. Alla Regione però non intendono passare sulla testa di nessuno e non vogliono sorprese di alcun genere prima di aprire la conferenza dei servizi suddetta. Il ritardo nella consegna è dovuto alla volontà di mettere a punto una documentazione inattaccabile. O difficilmente attaccabile, perché in ogni caso il dibattito e l’esame scrupoloso ci saranno.
La conferenza dei servizi deve decidere nel giro di 180 giorni. In teoria il tempo per aprire i cantieri entro la fine della primavera, come nei desideri della dirigenza della Roma e dei costruttori, c’è ancora. Sarà un processo lungo, ma sembra tutt’altro che saltato.
La Regione non vuole sorprese La documentazione dovrà essere inattaccabile