DIGNE E’ condannato al moto perpetuo
“Ratatouille“via dal Psg per giocare di più E adesso alla Roma non può fermarsi...
C’è chi definirebbe la cosa: togliere la sete col prosciutto. Lucas Digne se n’è andato dal Paris Saint-Germain, non un brutto posto in cui stare, perché riteneva di non essere utilizzato abbastanza. Eccolo servito. Novanta minuti più novanta più eccetera, sommatoria che rischia di espandersi all’infinito e intanto lo ha portato a 540 in sette partite.
ALTERNATIVE. Ha saltato la prima di campionato per cause di forza imbattibile. Laurent Blanc non lo aveva ancora sguinzagliato, mancandogli il numero legale sulla fascia sinistra. Dopodiché Rudi Garcia lo ha tenuto in panchina contro il Sassuolo e non è che dalla rinuncia abbia ricavato risultati tali da spingerlo a riprovarci. Peraltro in questa cavalcata su e giù per il campo, anzi, per i campi Digne ha trebbiato un gol e tre assist. Qualche volta ha giocato benissimo, al- tre meno. Ma non si è mai fermato.
Parliamoci chiaro: non può. Nella sbilenca costruzione della rosa - non siamo né crudeli né spietati: diciamo che le lacune del mercato sono state provocate dalle circostanze - è stata trascurata l’alternativa nel ruolo di terzino sinistro, a meno che non si vogliano considerare tali Emerson, che tal- volta estrae persino la pagliuzza corta e va in tribuna, o Torosidis, che da quella parte si sente a suo agio quanto una mosca in una serra di piante carnivore.
Viene da pensare che prima o poi Digne si spenga come il coniglietto della pubblicità una volta esaurite le pile. Ma nei dintorni di Rudi Garcia sono propensi a credere, oltre che a sperare, di no. In fin dei conti il ragazzo ha 22 anni, tutta la voglia di farsi notare di chi è nato ai confini di Parigi, l’energia di un cartone animato. Era appena arrivato a Lilla che non riuscendo a tenerlo fermo lo chiamarono Ratatouille e alla cena di Natale gli regalarono il dvd del film, anche perché a ben guardare Lucas e il topino chef della Pixar hanno un che di simile nella faccia e nel sorriso.
Vero che all’epoca Ratatouille di anni ne aveva 19 e nei muscoli portava il frutto degli allenamenti a cui lo costringeva fin da piccolo il fratello maggiore Mathieu, poi diventato un’ala di molto minore successo. Ma era stato Mathieu il primo ad andare a Lilla, accompagnato dalla famiglia, e da lì Lucas è partito per il percorso che lo ha portato alla Roma. Non senza prima aver detto ai dirigenti della squadra che gli promettevano caramelle e in futuro un posto in squadra: «E perché? Io voglio giocare con l’Auxerre».
BUON SENSO. Tutto questo illustra come Digne non sia uno che si blocchi facilmente, per mancanza di energie o per timidezza. Altrimenti non sarebbe sfuggito illeso alle grinfie di Zlatan Ibrahimovic, al quale è assegnato il compito di far pagare pegno alle matricole del Psg. Primo allenamento con i parigini, solo un cross sbagliato da Digne. Proprio verso Ibra. Che si gira e gli dice: «Bravo, bel tocco».
Digne pensò di essersela cavata davvero a buon mercato e ora non si fa passare una pulce sotto il naso, come ha dimostrato a Pereyra sbeffeggiandolo al pronti via nel campionato italiano. Dopo il pronti via, dice il buon senso, arriva sempre la sosta ai box. Ma forse Ratatouille è al di là del buon senso. Garcia se lo augura, avvertendo sulla nuca la pressione del vuoto che ha in panchina.
Manca il ricambio ma a lui sta bene E non ha paura di nulla da quel giorno che Ibra...