Vazquez, due giorni di fuoco
Oggi aspetta buone notizie da Conte, domani cercherà il gol e gli applausi contro la Roma
In due giorni la verità. E week-end di fuoco per Franco Vazquez. Oggi le convocazioni di Conte che potrebbe depennare il suo nome dall'elenco dei nazionali o riconfermargli fiducia; domani la partita del riscatto attesa ormai da troppo tempo. Il talento rosanero dai silenzi deve passare ai fatti. Non è il miglior periodo per lui. Una storia che si ripete. Nel Belgrano non riusciva ad esplodere e i tifosi, poi zittiti con promozione e tanti gol, lo fischiavano; al suo arrivo in Italia, bocciato da Gattuso, e messo fuori rosa, aveva le valigie in mano pronto per tornare in Argentina.
NON MOLLA MAI. «Non fosse arrivato Iachini il mio futuro sarebbe cambiato», ha sempre riconosciuto. Il rischio del resto è il suo mestiere anche per il modo di giocare scandito da dribbling e tunnel.A Palermo è amato alla follia. Come in Argentina, Gerardo Martino a parte. Ma “El Mudo” rivede il bivio e le paure. E la necessità di rimboccarsi ancora una volta le maniche. Dalla nazionale e da una stagione super- so, atto finale di una stagione esaltante. Su azione, il digiuno in trasferta va avanti dal 17 (rete a Cagliari) e al Barbera dal 10 in Palermo-Atalanta 2-3. Un maggio comunque fantastico come il suo avvio di campionato, sempre tre gol in quattro partite. Alla sesta era già il fenomeno, anche se non aveva fornito un solo assist, mentre alla fine sarebbe diventato il capolista con nove prodezze. E tra settembre e maggio una serie di pregevoli prestazioni, assist, pali e traverse e la meraviglia di Bergamo, pallonetto delizioso dalla lunga distanza. In tutto dieci gol e con i pali potevano diventare quasi il doppio, tetto che secondo Iachini potrebbe raggiungere. Un grande Vazquez che Conte non si è lasciato sfuggire.
NAZIONALE. Ed ora? Tra poco, Vazquez saprà se Conte lo tiene ancora in considerazione. Un'attesa spasmodica soprattutto dopo la sua scelta orgogliosa di giocare per l'Italia. Pilastro del rinnovo azzurro o a rischio e nuovamente in discussione? E domani la Roma, da leader di una squadra in pericolo. Vazquez ha dovuto sempre lottare per un posto al sole. Una volta a El Grafico confidò: «Credo che tutti i giocatori debbano combattere. Solo Messi sembra toccato dalla bacchetta magica e neppure lui rimane immune da critiche. Mi è capitato più volte di dovere convincere persone impazienti che poi finiscono per accettarmi. Grazie a Dio ho superato ogni ostacolo». Vazquez dunque sa che questo è il suo destino. Ma Iachini non può attendere.