De Rossi, 499 di queste maglie
Il Cincinnato ciclico vestito di giallorosso, amato, sedotto, respinto, ignorato, necessario, ancora congedato, di nuovo chiamato a difendere il territorio. Daniele De Rossi forse non scamperà mai definitivamente a questo destino schizofrenico, e magari neppure gli dispiace del tutto, perché detesta la quotidianità, l’abitudine. Console o dittatore, senatore o demagogo, fondamentalmente non gli interessa. Purché si giochi al calcio e si sia utili alla causa romanista.
Non è semplice rintracciare un simile esempio di fedeltà oltre le vicissitudini, oltre gli umori intermittenti dei tifosi, e Rudi Garcia se n’è reso conto quando ha dovuto chiedergli, per mancanza di avversari, l’arretramento a difensore centrale. Ruolo che De Rossi cordialmente detesta e sul quale però non ha mai posto veti: «Primo, che la squadra vinca. Secondo, che ci sia io in campo se possibile, ma non è basilare. Terzo, il resto non conta».
Oggi è da vedere dove saranno costretti a metterlo, se a fare coraggio a Manolas che in questo periodo si sente molto solo o a mediano davanti alla difesa, ruolo che nella asimmetrica rosa di Garcia non può essere ricoperto da nessun altro. Tanto il cartellino giallo che già condurebbe alla squalifica è in agguato dovunque. Di sicuro da qualche parte del campo De Rossi sarà, per le questioni tecniche di cui si diceva e anche per tenere caldo e vibrante l’umore gelatinoso della squadra, esattamente descritto dalla sinistra profezia pronunciata da Daniele dopo il successo sulla Juventus: «Se giochiamo così anche partite tipo quella di Frosinone, le vin- ciamo tutte o quasi». E’ andata diversamente e non si può star sempre a pigliare a schiaffi chi s’appisola.
Manca Totti e mancherà ancora, per sfinimento muscolare o per incompatibilità tattica con Dzeko. De Rossi ne ha preso il ruolo come capitano decorato, centro di gravità degli sguardi, salvagente a cui aggrapparsi in mezzo alle onde anomale. Se Francesco ha officiato 746 presenze nella Roma, De Rossi a 32 anni giunge oggi a 499. La cifra tondissima si avvicina, inesorabile come il domani.