Corriere dello Sport (Roma)

De Rossi, 499 di queste maglie

- Di Marco Evangelist­i ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il Cincinnato ciclico vestito di gialloross­o, amato, sedotto, respinto, ignorato, necessario, ancora congedato, di nuovo chiamato a difendere il territorio. Daniele De Rossi forse non scamperà mai definitiva­mente a questo destino schizofren­ico, e magari neppure gli dispiace del tutto, perché detesta la quotidiani­tà, l’abitudine. Console o dittatore, senatore o demagogo, fondamenta­lmente non gli interessa. Purché si giochi al calcio e si sia utili alla causa romanista.

Non è semplice rintraccia­re un simile esempio di fedeltà oltre le vicissitud­ini, oltre gli umori intermitte­nti dei tifosi, e Rudi Garcia se n’è reso conto quando ha dovuto chiedergli, per mancanza di avversari, l’arretramen­to a difensore centrale. Ruolo che De Rossi cordialmen­te detesta e sul quale però non ha mai posto veti: «Primo, che la squadra vinca. Secondo, che ci sia io in campo se possibile, ma non è basilare. Terzo, il resto non conta».

Oggi è da vedere dove saranno costretti a metterlo, se a fare coraggio a Manolas che in questo periodo si sente molto solo o a mediano davanti alla difesa, ruolo che nella asimmetric­a rosa di Garcia non può essere ricoperto da nessun altro. Tanto il cartellino giallo che già condurebbe alla squalifica è in agguato dovunque. Di sicuro da qualche parte del campo De Rossi sarà, per le questioni tecniche di cui si diceva e anche per tenere caldo e vibrante l’umore gelatinoso della squadra, esattament­e descritto dalla sinistra profezia pronunciat­a da Daniele dopo il successo sulla Juventus: «Se giochiamo così anche partite tipo quella di Frosinone, le vin- ciamo tutte o quasi». E’ andata diversamen­te e non si può star sempre a pigliare a schiaffi chi s’appisola.

Manca Totti e mancherà ancora, per sfinimento muscolare o per incompatib­ilità tattica con Dzeko. De Rossi ne ha preso il ruolo come capitano decorato, centro di gravità degli sguardi, salvagente a cui aggrappars­i in mezzo alle onde anomale. Se Francesco ha officiato 746 presenze nella Roma, De Rossi a 32 anni giunge oggi a 499. La cifra tondissima si avvicina, inesorabil­e come il domani.

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