«TANTA VOGLIA DI RIVINCITE»
Nuovo modulo, la rabbia di Champions: ecco le chiavi del successo «Ma non ho cambiato la Roma: sono ripartito dal ko di Borisov»
Grazie a questa vittoria può scavallare la sosta di ottobre con la mente sgombra da brutti pensieri e dedicarsi a migliorare la Roma. Rudi Garcia è soddisfatto per i tre punti che hanno un grande valore, allontanano le nubi e gli consentono di continuare a lavorare con più serenità.
Il tecnico si è isolato con la squadra alla vigilia della partita con il Palermo e ha capito di avere un rapporto molto saldo con i suoi giocatori: «C’era bisogno di questo successo dopo la sconfitta di Borisov e ho sentito il gruppo veramente unito, pronto a mettere in campo una grande prestazione. Peccato aver preso il gol dell’1-3 senza aver fermato l’azione dopo essere rimasti in dieci per l’infortunio di Pjanic. Era già successo in Bielorussia, quando Digne era fuori dal campo per una decisione un po’ strana dell’arbitro. Poi prendere gol sui calci piazzati capita perché ci mancano giocatori alti».
Uno dei segreti di questa vittoria è l’utilizzazione di Pjanic nel ruolo di regista: « Finché non rientra Keita e De Rossi non torna a centrocampo questa può essere una buona soluzione. La qualità del gioco si è vista, prendiamo troppi gol, ma il primo è colpa nostra».
LA SUA ROMA. Garcia ha visto la reazione che voleva: «Quando riusciamo a giostrare così i nostri giocatori offensivi sono pericolosi, non è un caso che siamo il primo attacco della Serie A». Con o senza Gervinho. « E’ una cavolata che sia un mio pupillo. Se non sta bene non gioca». Spiega come ha cambiato la Roma: «Abbiamo adottato un altro modulo, vuol dire che i giocatori hanno lavorato bene, sanno cosa devono fare in questo 4-4-2 o 4-2-3-1. Per difendere bene è sempre meglio avere la palla e attaccare, ma serve anche equilibrio, che abbiamo avuto nel primo tempo e meno nel secondo. Nel complesso una gara di qualità, potevamo fare più gol».
IL MODULO. Garcia racconta che è ripartito da Borisov, da quel secondo tempo con tutti gli special accesi dopo la mestissima prima parte di gara: «Abbiamo disputato un primo tempo sullo slancio del secondo in Bielorussia: stessa squadra, stesso gioco. Nella ripresa invece siamo andati peggio. Con la nostra tecnica abbiamo messo in difficoltà il Palermo. Dobbiamo prendere meno gol, siamo il primo attacco della serie A, ma in difesa è necessario fare meglio. Sono due volte che prendiamo gol in dieci, dobbiamo essere più furbi. Comunque il 4-4-2 di Palermo mi è piaciuto, lo abbiamo interpretato alla grande, in queste settimane continueremo a lavorare su alcuni automatismi. Potremo farlo con un morale più alto dopo questa vittoria».
I CAMBI. Ieri ha fatto esordire due giovani, Gyomber e Emerson: «Quando fai tre gol non pensi che te ne serva un quarto per vincere la partita. Il gol nel recupero è servito solo per non soffrire negli ultimi due minuti. Abbiamo ancora da lavorare sul piano difensivo, incassiamo troppe reti. Forse non riusciremo a realizzarne sempre quattro a partita. Ma non ho mai avuto il timore di non riuscire a vincere perché ho fiducia nella squadra. Dopo sette partite di fila si può anche essere un po’ stanchi. Emerson, Uçan e Gyomber ci hanno aiutato». Con i loro inserimenti Garcia si è coperto nel finale: «I cambi hanno funzionato. Abbiamo finito la gara con i doppi terzini, ma quando facciamo tre gol, ripeto, non è necessario di solito segnare il quarto».
Ha visto una Roma in progresso: « Il lavoro in allenamento sta dando i suoi frutti. Abbiamo avuto equilibrio. Questa squadra sa tenere la palla, giocare di pri- ma e quando siamo in vantaggio tutto è più facile. Siamo stati troppe volte sotto in questo inizio di stagione, ma stiamo correggendo questo difetto».
La Roma può essere protagonista in questo campionato così equilibrato: «Sembra così, è vero. Abbiamo fatto un bel passo in avanti. Adesso bisognerà mettere insieme altre vittorie. A cominciare dalla prossima partita contro l’Empoli».
Infine non si sbilancia sulle condizioni di Dzeko: «Se è al cento per cento è bene che giochi un po' con la Bosnia, ma se non è ancora guarito non deve andare».
«Stessa squadra e stesso gioco del secondo tempo in Bielorussia Il gruppo è unito»
«Prendiamo troppi gol, però l’attacco funziona. Gervinho gioca sempre? No, è una cavolata»