Corriere dello Sport (Roma)

E’ Keita l’asso in più «Conta solo la Lazio»

«Io riserva? L’importante è aiutare il gruppo e vincere»

- Di Daniele Rindone ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Vai Keita. S’alza dalla panchina, sfreccia e segna. Fa alla Altafini, ma lui ha 20 anni e vuole giocare titolare. La vita da precario non gli piace, la turnazione non fa per lui. E’ l’uomo dell’ultima mezzora, è lo spaccapart­ite, l’apriscatol­e, il guastatore delle feste altrui. Pioli lo utilizza così, ci ha preso gusto, la mossa funziona. Non glielo dice perché sa che s’arrabbia: « Non conta nulla se sono titolare o se entro dalla panchina. Sono contento per la prestazion­e e per la vittoria, è stato un match difficile. Entrando volevo dare più velocità e imprevedib­ilità alla squadra, penso di esserci riuscito. Ogni giorno imparo cose nuove, mi sto allenando bene». Tre dei sette gol che ha segnato in A li ha firmati subentrand­o, giocando a partita in corso. Ieri ha fatto più di tutti, da quando ha messo piede in campo ha calciato tre volte in porta, più dei titolari. Keita è diventato maturo, accetta le scelte, lavora bene in allenament­o, gioca in più ruoli, non fa polemica davanti ai microfoni. Negli ultimi due mesi s’è messo sul mercato, è tornato in campo, è finito in panchina, ha lavorato part-time, a chiamata. Entrando cambia il vol- to della Lazio e delle partite, è successo più volte di recente, è successo contro il Frosinone. La Lazio, nel quarto d’ora finale delle gare di A, ha segnato tre volte, è un record. Gli ultimi cinque gol sono arrivati nella ripresa. Keita ha i suoi meriti, lo zampino l’ha messo spesso.

GOL IN FOTOCOPIA. Perfido, spietato. Insopporta­bile, Keita. Lo è per chi se lo vede spuntare all’improvviso. Entra, accelera, cambia il passo, esplode tiri, serve assist, provoca respinte. Il primo tiro ieri glielo avevano deviato, il secondo ha baciato il palo ed è entrato in porta. Così aveva fatto gol al Bayer Leverkusen, allo stesso modo, nella stessa porta: «Il campionato è appena iniziato, non guardiamo gli altri, continuiam­o a pensare partita dopo partita. Provo a fare il meglio, ad essere decisivo. Sono contento di aiutare la squadra, sono felice e orgoglioso di questo. Certe partite sono difficili anche se si è considerat­i favoriti, le devi sbloccare subito nei primi minuti. Non ci siamo riusciti, loro hanno preso fiducia e hanno avuto buone occasioni. Hanno colpito anche un palo, ma noi abbiamo risposto bene e abbiamo portato a casa i tre punti». A fine gara c’è stato un siparietto con Biglia: « A fine partita scherzavam­o perché in una delle ultime azioni pensavo tirasse, per questo gli ho passato la palla. E invece ha sbagliato (risata, ndr). L’importante era vincere. Abbiamo inserito una bella marcia, lavoriamo bene tra di noi, ognuno sa cosa fare». DJORDJEVIC. Un gol, l’ennesimo (il secondo in 4 gare di A). Prima ancora l’assist per Keita. Filip Djordjevic migliora le sue medie, ha dovuto aspettare la zona Cesarini per colpire, per tutto il match aveva aspettato palloni ghiotti, pur avendo un solo occhio aperto, l’altro s’era gonfiato dopo uno scontro: «Questa vittoria ci è costata un occhio della testa!», è stato il tweet finale del bomber. Ha messo lo zampino in tre degli ultimi sei gol della Lazio in campionato: due reti e un assist per il serbo. I suoi ultimi quattro gol in A sono arrivati all’Olimpico. Lui è l’attaccante casalingo.

 ?? ANSA ?? Keita, 20 anni, dà la mano all’arbitro Di Bello che lo ammonisce per essersi tolto la maglia
ANSA Keita, 20 anni, dà la mano all’arbitro Di Bello che lo ammonisce per essersi tolto la maglia

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