Avellino in ritiro e ultimatum a Tesser
Il presidente Taccone manda la squadra a Paestum. E per il tecnico fiducia a tempo
Il penultimo posto nasconde l'ultimo, quello che in effetti dovrebbe appartenere all'Avellino se non fosse per il -2 di penalizzazione inflitto al Novara. In realtà la formazione piemontese che uno dei suoi punti lo ha ottenuto al "Partenio" ne ha conquistati cinque sul campo. E così, per la prima volta nella sua nuova storia iniziata dopo il fallimento della precedente società, l'A- vellino si ritrova in una situazione di classifica a dir poco preoccupante. Anche il possibile esonero di Tesser potrebbe rappresentare una novità in assoluto da parte del presidente Walter Taccone che da quando è presidente dell'Avellino non ha di fatto mai esonerato un tecnico. Per questo ha fatto sapere di dare ancora fiducia all'allenatore che ha visto la sua squadra perdere quattro delle sei partite disputate, raccogliendo una vittoria (sul Modena) e un pareg- gio (Novara). Fiducia a tempo, perché il presidente ha fatto pure una specie di tabella, aggiornata a un mese. Se in trenta giorni l'Avellino non si sarà risollevato dalla zona rossa della classifica, sarà inevitabile l'avvicendamento tecnico.
ULTIMATUM - Il nome del possibile sostituto è già annotato - come giusto che sia nel calcio per non farsi trovare spiazzati, nell'eventualità - sull'agenda del direttore sportivo Enzo De Vito che neppure sot- to tortura lo rivelerà. Questione di rispetto nei confronti di Tesser e del possibile nuovo tecnico. Nessuno si sorprenderà di questo perché nel calcio funziona così. Quando la squadra va male, paga sempre l'allenatore. Il primo a saperlo è Tesser che non ha fatto mistero di dire: «Mi sento fortemente in discussione», dopo il ko col Vicenza in formazione di emergenza ma capace di vincere la partita attraverso una semplice mossa indicata da Marino con le squadre già schierate, mentre s'attendeva che si diradasse la fastidiosa cappa provocata dai fumogeni. In quegli istanti s'è visto il tecnico del Vicenza indicare a Galano di spostarsi sulla zona di competenza di Zito. E da quella fascia sono partite le azioni che hanno dato vita alle reti ospiti. Tesser non è riuscito a controbattere, anzi ha fatto giocare la sua squadra priva del centrocampo, praticamente spezzata in due con cinque elementi in difesa e altrettanti in attacco quando sa- rebbe stato consigliabile un atteggiamento più prudente, attuato solo nella ripresa, con tre uomini a metà campo (Jidayi, D'Angelo e Arini) per dare maggiore equilibrio a un Avellino che non è riuscito a rimontare il pesante passivo. Da domani la squadra andrà in ritiro a Paestum, prima volta anche questa. Perché mai nel settennio di questa nuova società era stato vissuto un momento così difficile: è la crisi del settimo anno.