A Parisse gli applausi non bastano
«Positiva la risposta dei ragazzi ma ora non dobbiamo fermarci»
Quando è uscito gli irlandesi si sono alzati in piedi. Solo applausi per Sergio Parisse, il capitano azzurro che ha gettato le stampelle e sfidato la Nazionale più forte d'Europa un mese dopo l'operazione al polpaccio. A voler essere generosi, era al 50-60%. E' entrato nell'azione della "quasi meta" di Furno con il tempismo dei campioni e il passo di chi è convalescente. Brunel lo ha tolto dopo poco più di un'ora: non ne aveva più. Attorno a lui però, come d'incanto, è lievitata tutta la squadra. Merito del suo carisma, della sua leadership. E anche di una settimana di lunghi coltelli, in cui nel gruppo e con lo staff ci si è confrontati in modo duro, occhi negli occhi. La vittoria contro il Canada, aldilà delle dichiarazioni di circostanza, è stata vissuta come una figuraccia.
« La risposta dei ragazzi è stata positiva, ma non possiamo e non dobbiamo essere soddisfatti - attacca Parisse - Abbiamo giocato una partita di ottimo livello, ma resta una sconfitta. Il problema è che questo dovrebbe essere il nostro standard abituale e invece... Peccato per quella touche alla fine del primo tempo, poteva girare la partita».
LEADERSHIP. L'Italia esce acciaccata dalla battaglia dell'Olimpico. Garcia e Rizzo sono out per la Romania. Rimane un solo pilone sinistro: probabilmente saranno convocati Alberto De Marchi e Lovotti. Sergio in- vece ad Exeter potrà solo star meglio: «Quattro settimane fa ero in sala operatoria, sotto anestesia; tre settimane fa giravo per casa con le stampelle. Sono soddisfatto dalla risposta del polpaccio, ma il mio gioco dipende tanto dalla condizione fisica».
La sua influenza sulla squadra è impressionante. I britannici lo definiscono "Italian talisman". «L'impatto che ha avuto la sua presenza è evidente - riconosce Brunel - Anche se non è al 100%». L'Italia del rugby trema all'idea che possa lasciare la Nazionale. Ci sarà tempo per parlarne, ma intanto Sergio inquadra i leader del futuro: « Favaro ha un cuore grande così, in campo trasmette energia. Certo, non è tipo da grandi discorsi (ride, ndr). E Gori sta già imponendosi all'interno del gruppo». Se son capitani, cresceranno. Per adesso, God save Parisse.
Sergio Parisse, 32 anni, contrastato dall’ala Tommy Bowe
Irlandesi in piedi per il capitano azzurro, eroico: «Ero in anestesia 4 settimane fa...»