La firma di Prati sul primo gol di Ago
Un cross dalla destra di Domenghini, un rapido inserimento al centro dell’area - per anticipare un totem del nostro calcio, Giacomo Bulgarelli - e una felice deviazione al volo, ad incrociare nell’angolo più lontano della porta del Bologna, dove Battara non può arrivare. Poi, la corsa liberatoria verso la Curva Sud, le braccia stese verso l’alto, i pugni chiusi, nella posa che ci emozionerà per dieci anni. E’ cominciata la stagione 1973/74 e in questa domenica di ottobre la Roma di Scopigno batte il Bologna 2-1, interrompendo un’astinenza che durava da marzo, con il gol di un ragazzo che ancora pochi conoscono. E’ la prima rete in serie A - alla terza presenza - di Agostino Di Bartolomei, 18 anni e pochi mesi, schierato con il numero 10 al posto dell’infortunato Cordova. Nella stagione precedente i tifosi avevano fatto appena in tempo ad assaggiare le virtù di questo silenzioso ragazzo di Tor Marancia, proveniente dal vivaio dell’Omi, che Trebiciani - sostituto del Mago Herrera - aveva fatto esordire a San Siro, contro l’Inter, e che era uno dei protagonisti della straordinaria squadra Primavera dei vari Rocca, Vichi, Sandreani, Conti, Peccenini.
«Di Bartolomei non conosce i condizionamenti dell’emozione, le paure che derivano dall’affrontare imprese cariche di difficoltà e di insidie - scrisse per noi Gianni Bezzi, quel 7 ottobre del 1973 - è un minorenne (solo nel 1975 la maggiore età fu abbassata dai 21 agli attuali 18 anni, ndr) con una mentalità da adulto: il calcio si gioca anche con il cervello». Eppure quella volta negli spogliatoi Agostino riuscì anche a commuoversi, facendosi dare dall’arbitro il pallone della gara - un regalo per papà Franco - per poi farselo firmare da Pierino Prati, il bomber appena arrivato dal Milan, e via via da tutti gli altri della squadra.
Di Bartolomei fece per un paio di anni la spola tra la prima squadra e la Primavera, poi dal 1976 - dopo una stagione al Vicenza - si prese la Roma, che fu sua fino al 1984. Il resto è noto: tre stagioni al Milan, poi il Cesena, la Salernitana e, 21 anni fa, la decisione di porre tragicamente fine alla sua esistenza. Ma noi vogliamo ricordarlo in quella domenica del 1973, dopo il gol: la corsa verso la Sud, la testa alta, finalmente felice.
Decise la sfida con il Bologna e si portò il pallone a casa L’inizio di una storia lunga dieci anni