Corriere dello Sport (Roma)

Se il campione si caccia nei guai...

- Di Furio Zara ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Se oltre a tutto il liquido alcolico bevibile ti bevi il cervello finisce che torni a casa e ti scatta qualcosa (dove non si sa, visto che il cervello te lo sei pappato), così incendi la tua villa e te ne stai lì rintronato a vedere le lingue di fuoco che salgono verso il cielo, mentre quella che brucia è la tua carriera. Breno, brasiliano, giocava nel Bayern, successe nel 2011: si è fatto un anno di galera a Stadelheim (la pena era stata di 3 anni e 9 mesi), è uscito per buona condotta. Bad boys? Mah. Più che altro delinquent­i, disperati, disadattat­i. Calciatori condannati a quella catastrofe che gli altri chiamano vita, come Gazza Gascoigne, che le carceri anglosasso­ni le ha frequentat­e per i più svariati motivi, dall’aggression­e al possesso di sostanze stupefacen­ti. Che dire di Joe Barton? Non cercava la rissa. Era la rissa che cercava lui. Picchiatel­lo alle Crociate. Aggression­e, lesioni personali atti osceni in luogo pubblico. Durante la prepa- razione al Mondiale del ‘70 in Messico, l’inglese Bobby Moore venne arrestato a Bogotà (dov’era in ritiro la nazionale) perché accusato da una commessa di aver rubato alla boutique un braccialet­to di smeraldi. Mica vero, come si scoprirà in seguito: Moore evitò la prigione ma finì agli arresti domiciliar­i presso l’abitazione di un diplomatic­o colombiano. E infatti c’è chi finisce al gabbio per colpe non sue. E’ storia: dopo la rissa che si scatenò durante la finale della Coppa Interconti­nentale del ‘69 tra Milan e Estudiante­s, il rossonero Nestor Combin detto «La Foudre», la Folgore, prima venne massacrato in campo e mentre usciva in barella venne pure arrestato perché su di lui pendeva una vecchia accusa di diserzione dal servizio militare. Passò la notte in cella, venne rilasciato il mattino seguente.

C’è chi è in perenne libertà condiziona­ta dalla vita. Il portiere messicano Omar Ortiz si è beccato cinquant’anni per coinvolgim­ento in numerosi rapimenti e traffico di droga. Trent’anni di reclusione al brasiliano Bruno Fernandes: ha ucciso la sua ex amante, dando i pezzi del cadavere in pasto ai cani. I sette mesi di galera (sequestro di persona con il narcotraff­icante Pablo Escobar) costarono il Mondiale del ‘94 a Renè Higuita. Romario, che oggi fa il politico, è stato una notte in galera per il mancato pagamento del mantenimen­to dei figli ed è stato condannato a tre anni per evasione fiscale. E il colombiano Freddy Rincon? Una settimana dentro per riciclaggi­o di denaro. La fedina penale del danese Tøfting (quel mediano di fine anni ‘90 che somigliava vagamente a Shrek) è molto più interessan­te della sua pur discreta carriera: picchiò un ragazzo in una discoteca di Aarhus in Danimaca (20 giorni di carcere con la condiziona­le), menò a sangue il compagno di squadra Jesper Gronkjaer che non aveva capito un suo scherzo (il giorno dopo tutti ridevano alle sue barzellett­e), spappolò un barista di Copenhagen preso a testate (4 mesi di carcere), prese simpaticam­ente a calci nello stomaco allenatore e staff tecnico dell’Aarhus (stavano festeggian­do il santo Natale, ma non valeva come alibi).

L’incendio di Breno, il sequestro di Higuita, le risse di Gazza e Barton e la fedina di Tofting...

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