Corriere dello Sport (Roma)

Di Biagio: Ha vinto la fame di questi ragazzi

«Bene così, ma dobbiamo giocare con un ritmo superiore. Monachello? Bravo, ci prova sempre»

- A.ghi.

- A volte una partita si cambia in un attimo, attraverso una sostituzio­ne azzeccata. Certo è dura far uscire quello che ha le carte in regola per cambiare la gara da un momento all’altro. Spiega direttamen­te Di Biagio: « Ho visto Federico (Bernardesc­hi, ndi) un po’ stanco e l’ho tolto. Non era contento, ma è un ragazzo intelligen­te e capisce certi momenti. Comunque può stare tranquillo perché per noi resta un giocatore importante». Il capolavoro si compie nel momento in cui entra chi decide in maniera netta, vale a dire Monachello: « Lui ci mette sempre una voglia incredibil­e - continua Di Biagio - è un ragazzo che ha fame. Ha sfruttato il lavoro sporco di Cerri, Boateng e Benassi e ha trovato una doppietta fondamenta- le per noi. Bene lui, quindi. Ma bene anche la squadra che in quel momento stava attaccando».

MODULO. Il 4-4-2, almeno nella prima parte, non ha dato grandi segnali. Sarebbe stato meglio optare per il 4-3-3? « Nella mia vita di calcio - riprende il ct azzurro - ho sempre pensato che al di là del modulo contino organizzaz­ione e capacità di saper alzare i ritmi. All’andata avevamo fatto l’inverso, usando prima le tre punte e poi passando a due. Stavolta siamo andati meglio con il tridente, nel finale, ma anche perché a quel punto la partita si era aperta. Ma ripeto: se non alziamo il ritmo siamo una squadra normale, e ci servono maggiori fluidità e continuità». Di una cosa in particolar­e Di Biagio è soddisfatt­o: «E’ un gruppo propositiv­o, in tanti provano le giocate giuste e anche stavolta abbiamo creato tante occasioni da gol. Poi si può sbagliare, ma finché c’è la voglia di provare vuol dire che la strada è giusta».

DIFFICOLTA’. Va detto poi che il ct dell’Under 21 si ritrova ogni volta ad avere giocatori che nei club giocano poco o niente. Non è semplice, ecco il perché: «Vado a memoria, ma se penso a gente come Conti, Boateng, Rugani, Cra- gno e altri, penso a giocatori che hanno zero o pochi minuti nelle gambe con le rispettive società. E’ quasi naturale, poi, che nell’ultima mezz’ora di una partita internazio­nale come questa possano andare in difficoltà. E in avvio, magari, possono anche non avere la giocata già pronta da tirar fuori. Non è semplice, insomma». Il gruppo degli azzurrini nel frattempo cresce: «Si conoscono da tanto - chiude il ct - dai tempi dell’Under 20, alla guida della quale c’ero io. E’ una squadra che nasce da lontano, oggi siamo alla parte finale di un percorso che ha già avuto diverse tappe di crescita».

PROTAGONIS­TA. Infine ecco Monachello, l’eroe di Slovenia. Doppietta e assist, tanta roba per lui: « Devo rin- graziare la squadra - racconta la punta dell’Atalanta - e grandi meriti vanno al tecnico che è riuscito a creare un gruppo forte e coeso che vuole sempre vincere. Per me è una grande soddisfazi­one, per un attaccante segnare è sempre la medicina migliore. Ho cercato di dare il massimo come faccio di solito. La vittoria della squadra, però, rimane sempre la cosa più importante». Monachello dopo il secondo gol è volato ad abbracciar­e qualcuno in panchina: « Emilio - dice il centravant­i - è il magazzinie­re con cui ho un bellissimo rapporto, con me è sempre disponibil­e. E poi a ogni partita mi dice che segnerò e non potevo non correre da lui...». E allora bravo Emilio, stavolta ci hai preso alla grande.

Il goleador felice: «Le reti e la vittoria sono merito del Ct Ha creato un gruppo davvero forte»

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ACTIVA L’esultanza di Monachello (con il numero 18)

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