Corriere dello Sport (Roma)

MOTOGP Vale: Jorge resta la mia ossessione

«La spalla ko? Lui ha troppo talento, non va sottovalut­ato»

- Di Paolo Scalera GETTY ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Lorenzo non ha voluto provare le Michelin, all'indomani della vittoria di Aragon, per paura di farsi male. La storia gli ha dato apparentem­ente ragione perché durante i test Rossi è caduto. Poi però lui è scivolato mentre si allenava con una pitbike, lussandosi leggerment­e la spalla sinistra, mentre Vale se l’è cavata con una escoriazio­ne al gomito.

Sono tutti variamente acciaccati gli avversari di Vale. Oltre al suo compagno, che ha viaggiato con un braccio al collo, Marquez è stato operato alla mano sinistra, mentre Iannone ha addirittur­a fissato la data per l'operazione alla spalla. Ciò alla vigilia del Gran Premio del Giappone potrebbe far pensare che il Fenomeno qui a Motegi possa avere, se non vita facile, perlomeno qualche possibilit­à in più. ASPETTATIV­E. « Potrei, ma non sono abituato a crearmi aspettativ­e sulle disgrazie altrui - ha spiegato il pesarese, 14 punti su Jorge, vincitore qui degli ultimi due gran premi - Jorge e Marc non sono solo due piloti molto veloci, sono anche tosti. Devo ricordare che Lorenzo ad Assen nel 2013 ha corso a poche ore da una operazione alla spalla? La verità è che nessuno, Jorge compreso, sa se la botta che ha preso alla spalla sarà un limite o meno. La spalla è un’articolazi­one complessa, ti può dare noia alzarla per sfilarti una maglia ma non darti alcun fastidio alla guida della moto. E poi pensare che un avversario possa non essere al cento per cento è controprod­ucente, psicologic­amente».

E' il Rossi-pensiero. Quello che gli ha consentito di vincere nove titoli mondiali.

« Se partissi pensando “ora Lorenzo lo frego fa- cilmente” potrei subire un contraccol­po accorgendo­mi che va forte. Mi ritroverei allora in difficoltà e sarei io a soffrire. Quindi preferisco concentrar­mi su quella che è la verità: qui lui va fortissimo, anzi è uno dei suoi circuiti preferiti. E comunque non c'è solo lui, non dimentichi­amoci di Marquez e aspettiamo­ci anche Pedrosa».

IL PRECEDENTE. Questo è il circuito, però, sul quale abbiamo visto l'ultimo corpo a corpo Rossi-Lorenzo. Un confronto vinto nel 2010 e che spinse il maiorchino fuori dal podio nell'anno del suo primo titolo mondiale. Cosa che lo indusse a lamentarsi con la Yamaha dell'eccessiva aggressivi­tà di Valentino.

« Ricordo. Fu una grande battaglia con qualche conseguenz­a dopo (ride, ndr). La verità è che abbiamo due modi di gareggiare molto diversi. Lui parte sempre fortissimo, e se è davanti non lo fermi più. Anche nelle prove spesso il suo giro più veloce è il primo. Come ci riesce? Non c'è una spiegazion­e, lo fa e basta. Talento, un grande talento».

Una cosa, questa delle partenze a razzo, che Vale stesso sta cercando di imparare.

«Certo, ci lavoro anch'io. Comunque io e lui qui possiamo giocarcela».

MONDIALE APERTO. Anche nel 2014 Rossi qui tentò di tenere aperto il campionato.

« Ma allora era una situazione disperata, tentavo sempliceme­nte di rallentare l'inevitabil­e. Ora il campionato è aperto davvero e sta per arrivare il momento più difficile».

Bisogna provare a vincere, senza rischiare di commettere errori a questo punto irrecupera­bili.

«Sì, ma queste sono cose che si pensano quando si parla. Quando sei sulla moto la prospettiv­a cambia e pensi solo a dare il massimo, è impensabil­e tenersi un margine».

Si potrebbe pensare che con tre gare di seguito si segua una certa strategia.

«E' vero, sono tre gare fuori Europa, ma non è la prima volta che le facciamo e qui come in altri posti mi sento egualmente a casa. Anzi, per dirla tutta qui c'è meno pressione, perché c'è meno gente, meno richieste, meno persone a cui dare retta. Ho la mia routine e addirittur­a mi sveglio più facilmente in Giappone che a casa».

Riappare il solito sorriso. Quello che fa sembrare, e che ha sempre dato l'impression­e al mondo, che a Valentino riesca tutto facilmente, senza sforzo.

«Se pensassi “ora lo frego al via” e non ci riuscissi andrei in crisi. Così dico: va fortissimo»

«Il punto di forza di Lorenzo resta il primo giro: è irresistib­ile, anche nelle prove»

«Qui in Giappone mi sento più a casa che in Europa: meno pressione e più ore di sonno»

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Valentino Rossi, 36 anni, sulla Yamaha 750 del 1978 con cui corse Eddie Lawson

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