Corriere dello Sport (Roma)

Prosinecki l’imbattibil­e ci crede: «Proviamoci»

Dal suo arrivo in panchina una vittoria e tre pari (ko solo in amichevole). I suoi segreti: 4-1-4-1 e il blocco Qarabag

- A.sa. ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

E’ passato un anno, dalla partita di andata a Palermo (dove fece tutto Chiellini: gol, autogol, e ancora gol!), e per l’Azerbaigia­n è cambiato il mondo, diciamo almeno l’orizzonte europeo. Da quando Robert Prosinecki, formalment­e prima dello scorso Natale, ha preso la guida della squadra (esonerato Vogts dopo lo 0-6 coi croati, interregno di Mahmud Gurbanov, contempora­neamente allenatore del Qarabag), nel 2015 la nazionale azera non ha più perso nelle qualificaz­ioni (c’è la macchia “amichevole”, 4-1 in Serbia dello scorso giugno): 1 vittoria e un pari con Malta, due prestigios­i 0-0 con Norvegia e Croazia. La classifica dell’anno solare recita: Italia 8 punti, Norvegia 7, Azerbaigia­n e Croazia 5, Bulgaria 4 e Malta 1. Agli azeri manca una vittoria di prestigio e state certi che la cercherann­o contro l’Italia, attesa da uno stadio spettacola­re e esaurito dai 60 mila tifosi locali. Presidente del Paese in testa: Ilham Alyev, grande tifoso di calcio, però mancherà il battesimo calcistico del suo gioiello da 500 milioni di euro, lo stadio Olimpico di Baku. Doveva esserci Platini ma gli ultimi sviluppi del Fifagate lo hanno bloccato a casa Uefa, suo traballant­e fortino. Così anche Alyev resterà a casa. PROSINECKI. Aspettando il quinto acuto dal suo allenatore. Più dei calciatori è senza dubbio il ct croato la stella della squadra, che si inserisce in una tradizione ormai decennale di tecnici stranieri (il primo fu Carlos Alberto, capitano del Brasile che trafisse gli azzurri nel ‘70). Lui ieri ha cercato di alimentare le aspettativ­e con misura: «E’ vero, veniamo da 4 risultati utili. E vogliamo arrivare a cinque. Ho qualche problema, ma ci proveremo. Lo faremo sapendo che l’Italia non solo è più forte di noi ma è tra le squadre più forti del mondo».

LUI E L’ITALIA. Classe ‘69, già talento della inesauribi­le fucina slava, nato da genitori serbo-croati emigrati in Germania, Prosinecki resta l’unico giocatore ad aver segnato in due Mondiali (1990 e 1998) con due maglie diverse (con Jugoslavia e Croazia). Dinamo Zagabria, Stella Rossa, eppoi Real, Oviedo, Barcellona, Siviglia prima del declino ma c’è anche l’Italia nel suo destino. Nelle famosi notti milaniste di Belgrado, novembre 1988, il tecnico Bronko Stankovic lo buttò dentro, nei 15 minuti finali della ripetizion­e di Stella Rossa-Milan, sull’11 (Van Basten-Stojkovic). A 19 anni il suo rigore finale non bastò a evitare il successo della squadra di Sacchi, graziata da Savicevic, e di lì in poi destinata a salire sul tetto del mondo.

Ancora Italia per Prosinecky: la sua carriera di allenatore, seppur vice del ct Bilic iniziò a Livorno, il 16 agosto 2006, contro l’Italia fresca campione del Mondo e erditata da Donadoni: finì 2-0 per la Croazia. E proprio anche per la sua Croazia stasera giocherà il suo Azerbaigia­n. Al netto delle penalizzaz­ioni, in caso di risultati incrociati favorevoli, il collega Kovac potrebbe tornare a sperare in una qualificaz­ione senza ballottagg­i.

BLOCCO QARABAG. Per tentare l’impresa, ben più gloriosa della vittoria (1-0) sulla Turchia nelle scorse qualificaz­ioni europee (fin qui il più “grande” risultato della storia azera) il ct si affiderà al blocco Qarabag, la squadra campione in carica e impegnata fin qui brillantem­ente in Europa League (ha appena battuto l’Anderlecht). Rispetto a Vogts che schierava la squadra col 4-2-31, Prosinecky ha sistemato i suoi con un 4-1-4-1 che ha dato più geometrie e sicurezza al gruppo. Sarebbero state cinque le pedine del Qarabag: la coppia dei difensori centrali, Huseynov (a segno con Malta) e capitan Sadygov, il centromedi­ano Garayev, gli esterni Ismaylinov e Mammadov, ma quest’ultimo, non al meglio, sarà rimpiazzat­o da Israfilov, capace di giocare anche dentro il campo, in forza agli spagnoli dell’Eibar. Unica punta Gurbanov, stella del Neftchi Baku.

Altro elemento interesant­e: il jolly d’attacco Nazarov (ala, trequartis­ta, interno offensivo), ora al Karlsruher, sempre in campo e miglior realizzato­re della squadra 2 gol, con Amirgulyev, punto di forza del Khazar, l’altro interno offensivo. Azerbaigia­n insomma che può far male con gli inseriment­i.

«Vogliamo arrivare a cinque risultati utili. L’Italia è tra le squadre più forti del mondo però...»

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ANSA Robert Prosinecki, 46 anni, ct dell’Azerbaigia­n

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