Corriere dello Sport (Roma)

Sarri chiama Insigne e i tifosi Sousa, che test

«Insigne sta bene, mi aspetto la spinta dei tifosi»

- di Antonio Giordano INVIATO A CASTEL VOLTURNO

Il passato è realmente una terra lontana, graffi cancellati dall’abbronzatu­ra di quest’autunno caldo, rovente, accecante: 25.128 con la Sampdoria, alla prima interna della nuova era; e appena 13.043 con il Bruges, nel debutto Europeo, un quarto dei cinquantam­ila (e passa) che passeggian­o, ottimistic­amente, verso il San Paolo, lasciandos­i cullare dalla fantasia. «I tifosi possono sognare, devono. E allora: spero che lo stadio sia un inferno». La Divina Commedia è adesso, in quest’ora e mezza di sana bellezza, il senso estetico allo specchio in un Napoli-Fiorentina che scuote la (apparente) freddezza di Sarri: « Da cinquant’anni abito a quindici chilometri dallo stadio di Firenze, non è una partita come le altre».

Ma certo che no, altrimenti non si sarebbe avvertita l’atmosfera da Evento, e quel clima d’insofferen­za verso una sosta che ha tentato di ammorbidir­e la Napoli uscita stordita da San Siro: «Siamo stati bravi, vero, e magari questa pausa può aver spaccato l’inerzia. Però se que- sto è il big-match della domenica, nella giornata in cui c’è Inter-Juventus, il merito è della Fiorentina, che è capolista. Ma io vado a giocarmela e senza alcun retropensi­ero....». «MALEDETTI TOSCANI». Si gioca ed è un bel vedere, è persino un bel sentire, è strategia tattica e però anche dialettica allo stato puro, e la nuova dimensione nella quale Sarri s’è tuffato pare l’habitat naturale di chi ha scelto di vivere ironicamen­te, provando a non prendersi troppo sul serio e sfruttando appieno il paradosso della provocazio­ne. «Ringrazio De Laurentiis che mi vede come protagonis­ta della sfida. ho sempre sognato un gol sotto la curva... Ma non c’ho il fisico, ben che vada potrei rifilare una capocciata al pallone. La parttia è dei giocatori, io provo a non far danni. E quanto allo scudetto, non bestemmiat­e: semmai, deve vincerlo la Viola; però la stragrande favorita è la Juventus, vedrete che tornerà».

VOCE ‘E POPOL... Benvenuti al San Paolo, il teatro «regio» d’una sfida tra colossi, che va al di là delle distanze della classifica, che sta ben den- tro questo campionato che il Napoli ha cominciato dalla quarta giornata (tre vittorie ed un pareggio) e che Sousa sta comandando con autorevole­zza. «Loro sono bravi nel palleggio, vorrei vederli senza il pallino in mano, magari con noi alti di baricentro. Il 4-0 di Milano ci ha lanciato, ma ora cerchiamo la continuità che loro hanno trovato. Ma ce la giocheremo a viso aperto, lasciandoc­i trascinare dalla nostra gente: siamo felici di averli riportati al San Paolo e siamo felici di poter essere undici più cinquantam­ila, perché contro un’avversaria così forte il pubblico può essere determinan­te».

«I viola sono primi con merito, ma voglio vederli senza il pallino del gioco in mano»

«La gente fa bene a sognare, però attenti alla Juve Vorrei giocare io ma non ho il fisico»

RIECCOLI. La partita perfetta è alla vigilia, per chiunque, quando il disegno della sfida non ha opposizion­i e lo schema è uno spartito nel teatro vuoto; ma le partite (quasi) perfette, quelle con Lazio, Juventus e Milan, il Napoli le ha già vissute. E vinte.

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GETTY IMAGES Maurizio Sarri, 56 anni

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