Sarri chiama Insigne e i tifosi Sousa, che test
«Insigne sta bene, mi aspetto la spinta dei tifosi»
Il passato è realmente una terra lontana, graffi cancellati dall’abbronzatura di quest’autunno caldo, rovente, accecante: 25.128 con la Sampdoria, alla prima interna della nuova era; e appena 13.043 con il Bruges, nel debutto Europeo, un quarto dei cinquantamila (e passa) che passeggiano, ottimisticamente, verso il San Paolo, lasciandosi cullare dalla fantasia. «I tifosi possono sognare, devono. E allora: spero che lo stadio sia un inferno». La Divina Commedia è adesso, in quest’ora e mezza di sana bellezza, il senso estetico allo specchio in un Napoli-Fiorentina che scuote la (apparente) freddezza di Sarri: « Da cinquant’anni abito a quindici chilometri dallo stadio di Firenze, non è una partita come le altre».
Ma certo che no, altrimenti non si sarebbe avvertita l’atmosfera da Evento, e quel clima d’insofferenza verso una sosta che ha tentato di ammorbidire la Napoli uscita stordita da San Siro: «Siamo stati bravi, vero, e magari questa pausa può aver spaccato l’inerzia. Però se que- sto è il big-match della domenica, nella giornata in cui c’è Inter-Juventus, il merito è della Fiorentina, che è capolista. Ma io vado a giocarmela e senza alcun retropensiero....». «MALEDETTI TOSCANI». Si gioca ed è un bel vedere, è persino un bel sentire, è strategia tattica e però anche dialettica allo stato puro, e la nuova dimensione nella quale Sarri s’è tuffato pare l’habitat naturale di chi ha scelto di vivere ironicamente, provando a non prendersi troppo sul serio e sfruttando appieno il paradosso della provocazione. «Ringrazio De Laurentiis che mi vede come protagonista della sfida. ho sempre sognato un gol sotto la curva... Ma non c’ho il fisico, ben che vada potrei rifilare una capocciata al pallone. La parttia è dei giocatori, io provo a non far danni. E quanto allo scudetto, non bestemmiate: semmai, deve vincerlo la Viola; però la stragrande favorita è la Juventus, vedrete che tornerà».
VOCE ‘E POPOL... Benvenuti al San Paolo, il teatro «regio» d’una sfida tra colossi, che va al di là delle distanze della classifica, che sta ben den- tro questo campionato che il Napoli ha cominciato dalla quarta giornata (tre vittorie ed un pareggio) e che Sousa sta comandando con autorevolezza. «Loro sono bravi nel palleggio, vorrei vederli senza il pallino in mano, magari con noi alti di baricentro. Il 4-0 di Milano ci ha lanciato, ma ora cerchiamo la continuità che loro hanno trovato. Ma ce la giocheremo a viso aperto, lasciandoci trascinare dalla nostra gente: siamo felici di averli riportati al San Paolo e siamo felici di poter essere undici più cinquantamila, perché contro un’avversaria così forte il pubblico può essere determinante».
«I viola sono primi con merito, ma voglio vederli senza il pallino del gioco in mano»
«La gente fa bene a sognare, però attenti alla Juve Vorrei giocare io ma non ho il fisico»
RIECCOLI. La partita perfetta è alla vigilia, per chiunque, quando il disegno della sfida non ha opposizioni e lo schema è uno spartito nel teatro vuoto; ma le partite (quasi) perfette, quelle con Lazio, Juventus e Milan, il Napoli le ha già vissute. E vinte.