Stoner: Io ero felice solo se andavo al limite
Dalla sua villa sulla Gold Coast, Casey non si pente del ritiro «L’ho fatto nel 2012 ma ci ero andato vicino anche nel 2010»
E’ partito tutto da lui, Wayne Gardner. Nel 1987 fu il primo australiano a vincere il titolo mondiale della 500, con la Honda, così due anni dopo gli “Aussie” ebbero il loro Gran Premio a Phillip Island, destinato a diventare una delle destinazioni preferite dei piloti del motomondiale per la bellezza della pista. The Wollongong Wizard, questo il suo soprannome nato dall’amore che da queste parti hanno per le allitterazioni, vinse la gara inaugurale passando poi il testimone dapprima a Mick Doohan, cinque titoli mondiali consecutivi ed infine a Casey Stoner, due volte campione.
PRECURSORE. Oggi Gardner a 56 anni è l’unico fra i tre iridati a frequentare ancora costantemente il circus, merito o colpa del figlio, Remy, debuttante nella Moto3. « Per metterlo nelle migliori condizioni di provare a realizzare il suo sogno abbiamo venduto la nostra casa vicino Sydney e ci siamo trasferiti in Spagna - racconta Gardner - facendo esperienza nel CEV. Remy parla già spagnolo ed a questo punto non sappiamo se torneremo qui a vivere. L’unica cosa certa è che Remy passerà presto alla Moto2. E’ troppo alto e pesante per rimanere in Moto3 e gli piace guidare moto più potenti».
MITO CASEY. Gardner sogna per il figlio un futuro alla Casey Stoner, il pilota che più di ogni altro ha entusiasmato gli australiani e per questo sta facendo ripercorrere alla sua famiglia l’epopea di quella del Canguro Mannaro, che la prossima settimana riceverà una delle più alte onorificenze sportive, l’introduzione nella Hall of Fame. Casey andrà così a far compagnia oltre ai suoi due colleghi motociclisti piloti del calibro di Jack Brabhamm, Kel Carruthers e Alan Jones e al golfista Greg Norman.
«Sono sempre stato competitivo - racconta Stoner dalla sua casa sulla Gold Coast - non mi divertivo solo a guidare, mi piaceva andare al limite. Sono stati i miei genitori a decidere di trasferirsi in Inghilterra perché lì era possibile gareggiare più giovani, ma in realtà era anche un mio desiderio. Una volta in Europa la competizione era così alta che ho addirittura dubitato di me stesso, ma quando sono arrivato in MotoGP nel 2006 ho fatto la pole alla seconda gara e sono salito sul podio alla terza. E’ stato allora che ho smesso di preoccuparmi. E’ stata una bella sensazione capire di essere veloce abbastanza per stare con i migliori».
Due di loro oggi sono ancora in lotta per il mondiale: Jorge Lorenzo e Valentino Rossi ed entrambi lo considerano tuttora uno dei più forti rivali mai incontrati. In particolare Jorge ha un ottimo ricordo di Casey. «Quando era in giornata era praticamente impossibile batterlo», ha ricordato il maiorchino e su questa pista personalmente lo considero addirittura invincibile».
DIVERSI. Invincibile è la parola giusta: a Phillip island Stoner vinse ininterrottamente dal 2007 al 2012, anno del suo ritiro dopo due titoli mondiali ed indimenticabili battaglie con Valentino, dal quale era diviso da una grande differenza caratteriale e di approccio alle corse. «Molti piloti pensano di dover cambiare la moto e adattarla al loro
Casey Stoner, 30 anni con in braccio la figlia Alessandra Maria, accanto la moglie Adriana stile di guida, al contrario io ho sempre pensato che dovesse essere il pilota ad adattarsi». Una cosa che Rossi scoprì quando, passato a sua volta alla Ducati, non riuscì mai a guidarla come l’australiano. E se Stoner a Valentino non manca, al contrario Lorenzo vorrebbe rivederlo in pista.
«Mi sono ritirato nel 2012, ma ci sono andato vicino anche alla fine del 2010», ha confessato recentemente Stoner alla stampa nazionale che gli chiedeva se sarebbe venuto ad assistere al Gran Premio. «Quando sono passato alla Honda l’ho fatto per capire se sarei stato in grado di riaccendere il fuoco per le corse».
La risposta l’abbiamo avuta quest’anno. Gli organizzatori lo hanno invitato ma sembra che Casey non sia stato entusiasta all’idea ed abbia preferito vedere il Gran Premio dalla sua spettacolare villa sulla Gold Cost. «Conoscendolo potrebbe anche cambiare idea, lo sapete com’è fatto Casey», ha detto ieri Wayne Gardner.
Un motivo potrebbe essere quello di veder duellare l’amico Lorenzo ed il nemico Rossi alla “Stoner Curve”. «E’ uno dei più grandi onori avuti in carriera. Può essere una curva miserabile, quella, ma nessuno la affrontava velocemente come me». Buffer Overflow
A Phillips Island ha vinto sei volte e la prossima settimana entrerà nella Hall of Fame
A Lorenzo piacerebbe rivederlo in pista: «Quando era in giornata era imbattibile»