Corriere dello Sport (Roma)

L’onda nera spazza via la Francia

All Blacks-record: 62-13, 9 mete e semifinale. Savea nuovo Lomu

- Di Francesco Volpe ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’incubo non agita più le notti nere. La beffa di Cardiff riposa per sempre nei libri di storia. Gli All Blacks di Richie McCaw compiono l’ultimo esorcismo. Quattro anni fa, dopo due eliminazio­ni consecutiv­e per mano dei Galli, scacciaron­o la paura e si presero la Coppa del Mondo. Ieri sera, nello stesso stadio e di nuovo ai quarti, hanno cancellato dal calendario il 6 ottobre 2007, quell’incredibil­e sconfitta (18-20) viziata da un clamoroso errore dell’arbitro inglese Barnes sulla meta decisiva del francese Jauzion.

Non c’è stata partita. Quattro mete nel solo primo tempo, nove alla fine per un 62-13 che è la più larga vittoria di sempre in un playoff di Coppa del Mondo. I neozelande­si sono apparsi subito più reattivi, più veloci, più duri.

Reattivi come Brodie Retallick, 24 anni, un frugoletto di 204 centimetri che corre come un tre-quarti ed è stato eletto miglior giocatore del mondo nel 2014. Papà meccanico e mamma figlia di All Black, Retallick ha oscurato il cielo sopra Michalak, rimpalland­one il calcio di rinvio e planando in meta.

Veloci come Nehe Milner-Skudder, 24 anni, l’uomo che naviga nelle difese con traiettori­e da stordire. Lo chiamano “Skudz”, parafrasan­do il nome di un celebre missile balistico, e colpisce con la stessa efficacia. Con due cambi di direzione dei suoi ha fatto girare la testa a Dulin e Dumoulin per firmare la settima meta in sei test-match, la quinta in questa Coppa.

Duri come l’ala di origini samoane Julian Savea, 25 anni, 38 mete in 39 test con la maglia nera (pazzesco!), tre ieri. La seconda prendendo a sportellat­e la difesa francese. Due avversari fatti volare come birilli, il terzo scansato con noncuranza. Alto 1.93 per 108 kg, è “the next Jonah Lomu”, il nuovo Lomu. E’ lui a scrivere la parola fine prima dell’intervallo.

La Francia, che mai aveva subito 62 punti, non ha armi. Le rimesse non sono garantite, la prima mischia chiusa si gioca dopo 33 minuti. Si battono i cuginetti, che chiudono la triste era del c.t. Saint-André (arriverà Guy Noves), ma a metterla sul fisico con gli All Blacks non c’è partita. E il vecchio rugby champagne ormai si vede solo nei filmati d’antan su YouTube. O grazie ai tre-quarti in maglia nera, che inventano passaggi impossibil­i, linee di corsa imparabili, incroci stordenti. Il tutto a velocità supersonic­a. Se qualcuno aveva dei dubbi sul loro status di favoriti dopo una prima fase in sordina, beh, sono stati spazzati via. SEGRETO. E c’è un mistero dietro questi All Blacks incontenib­ili. E’ la nuova danza di guerra, eseguita con una suggestiva formazione “a freccia”. La chiamano “Triangle Haka”,ha debuttato con i Pumas argentini a Wembley, un mese fa. Il giorno dopo vantava già 11 milioni di visualizza­zioni in rete. Al vertice c’è il capitano McCaw, ai suoi fianchi Read e Nonu, poi tutti gli altri in ordine decrescent­e d’anzianità. «Ne abbiamo parlato nello spogliatoi­o e l’abbiamo provata - ha concesso il centro Conrad Smith - ma non chiedetemi di più». Alla vigilia della partenza per l’Europa gli All Blacks avevano visitato il marae Ngati Toa di Wellington, luogo sacro della cultura maori. Insomma, gli dei del rugby hanno dalla loro anche gli dei tout-court. Così non c’è partita.

L’ala di origini samoane è a quota 38 in 39 test-match! E dietro l’ultima Haka c’è un mistero

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GETTY IMAGES La prima delle tre mete dell’ala Julian Savea, 25 anni, il nuovo Jonah Lomu

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