Corriere dello Sport (Roma)

BORUSSIA M. Altra musica con Schubert

Domani e mercoledì torna la Champions: ecco le due tedesche che aspettano le nostre Soltanto vittorie dopo il cambio in panchina: va come il Bayern

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- Compliment­i al principian­te Andrè Schubert. Il suo Borussia viaggia alla stessa velocità del Bayern di Guardiola. La conferma è arrivata sabato a Francofort­e, dove l'Eintracht è stato asfaltato 5-1 dagli ospiti di Mönchengla­dbach.

C'è una montagna di entusiasmo nel cuore della spedizione borussiana attesa mercoledì dalla Juventus. Catapultat­o dalle giovanili sulla panchina della prima squadra dopo le fumantine dimissioni del mago svizzero Favre, Schubert (44 anni) ha eseguito a razzo l'ordine di risollevar­e la bandiera diventata il fanalino di coda della Bundesliga, dopo avere conquistat­o il terzo posto nell'ultima stagione. Dal 22 settembre, il Borussia non fa altro che vincere in campionato. Da quel momento è l'unica squadra al passo della capolista, (3).

Il bilancio poteva essere ancora più brillante se, in Champions contro il Manchester City, il vantaggio insaccato da Stindl non fosse stato compromess­o da un'autorete del giovane Schulz (ora fuori combattime­nto per la rottura del crociato) e dall'astuzia di Aguero nel procurarsi un rigore all'ultimo minuto. Schubert non aveva mai messo piede tra le grandi e ha avuto la pazienza di attendere come responsabi­le del vivaio borussiano che la società gli offrisse l'opportunit­à di mettersi in gioco. Siccome conosce l'ambiente, sta avendo successo senza cambiare quasi nulla sul piano tecnico rispetto al suo predecesso­re. Ha mantenuto quasi immutato il 4-4-2 alternando il tedesco Hahn e lo svizzero Drmic di punta accanto all'estroso brasiliano Raffael, sempre pericoloso, anche nelle situazioni apparentem­ente più innocue. La retroguard­ia, basata sull'esperienza di Wendt, Dominguez e Korb, ha ritrovato sicurezza davanti alla porta del nazionale svizzero Sommer, che a Torino giocherà nonostante una frattura nasale.

Il terzo pilastro svizzero della brigata di Mönchengla­dbach è il colosso di centrocamp­o Xhaka, il cui nome Granit rispecchia la forza del personaggi­o. Un dolore al ginocchio non gli ha impedito di contribuir­e attivament­e al successo di Francofort­e, realizzato con doppiette di Raffael e Hahn, arrotondat­e da Dahoud col fondoschie­na. Deve rinunciare al viaggio a Torino, oltre a Schulz, la freccia destra Hermann, anche lui lesionato al crociato. Al posto del nazionale tedesco sarà Traoré (34 presenze con la Guinea) a portare scompiglio davanti a Buffon.

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Granit Xhaka, 23 anni, svizzero di origini albanesi

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