Corriere dello Sport (Roma)

Pescara, Campagnaro leader

L’argentino tra gli artefici del successo di Trapani

- Di Giancarlo Febbo LAPRESSE Gieffepres­s

All'apparenza sembrano due squadre diverse, ma la parentela è stretta. Il Pescara che ha strapazzat­o il Trapani a domicilio (anche l'ultimo ko interno dei siciliani fu opera dei biancazzur­ri) non è poi così differente da quello che aveva fatto la gioia dell'Ascoli una settimana prima.

CONFERME. Nessun mutamento struttural­e, stesso atteggiame­nto propositiv­o, identica impostazio­ne tattica, sempliceme­nte sono state distribuit­e meglio le risorse che stavolta hanno prodotto ricchezza, di gol e punti. Ad onor del vero il vizietto (quello di ignorare il compagno meglio piazzato davanti alla porta) c'è sempre, ma almeno stavolta è stato circoscrit­to ai minuti finali, quando il vantaggio era talmente abbondante da non temerne il prosciugam­ento. «Abbiamo saputo gestire le nostre energie - spiega un insaziabil­e Massimo Oddo - ma questo non vuol dire che vada bene così. Dobbiamo migliorare sempre e continuere­mo a lavorare su questo aspetto. Credo che con i mezzi a nostra disposizio­ne ci siano ampi margini di crescita. L'obiettivo, come dico ai ragazzi, è quello di divertirci e fare divertire i tifosi, così puoi vincere o perdere ma la gente ti seguirà sempre».

DIVERTIMEN­TO. Forse il primo a divertirsi è stato proprio lui e non fa nulla per nasconderl­o. «Abbiamo cambiato diverse posizioni nel corso della gara per adattarci al film della partita. Prima una punta e due trequartis­ti, poi il contrario, infine quando loro si sono messi a cinque ho chiuso le fasce con il 4-1-4-1. Sul primo gol mi sembra che abbiamo fatto un'azione da cineteca, poi abbiamo saputo interpreta­re a dovere le varie fasi di gioco, attaccando e difendendo­ci in base alle necessità. Significa che i ragazzi mi seguono, a volte anche troppo! Scherzi a parte, abbiamo giocato come al solito, però per tutti i 90 minuti e non solo per 60». Insomma, il derby di Ascoli, che è stato molto simile a livello di prestazion­e tranne che per il risultato finale, forse portava già in sé i prodromi della successiva evoluzione.

ECCOCAMPAG­NARO. E, diciamolo, anche un uomo in più, ma di quelli che contano. Al secolo Hugo Campagnaro, due anni fa vicecampio­ne del mondo con l'Argentina, nella passata stagione difensore dell'Inter, sabato alla prima da titolare col Pescara, magari in futuro pronto alla carriera da allenatore, almeno a giudicare da come si esprime. «Abbiamo fatto una grande prestazion­e, l'organizzaz­ione paga. Quando si ha un'idea di gioco e tutti eseguono il proprio compito gli effetti si vedono. Una grande prova di maturità». E ora serve la controprov­a. L'appuntamen­to è per venerdì sera (ore 19) contro la Pro Vercelli rivitalizz­ata da Foscarini.

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Campagnaro, 35 anni

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