SCUDETTO
Hanno segnato dodici gol in otto giornate Maradona e Careca non ci erano riusciti...
Mica si scomoda il Dio del calcio: ma i numeri, che hanno un’anima, raccontano che c’è vita anche su questa terra, tra i comuni mortali del calcio, nell’universo abitato dagli umani che però si travestono da alieni. E’ il Napoli del Terzo Millennio, la versione riveduta e corretta arida ed è la somma che attualmente spinge a credere in qualcosa, ognuno decida per sé. E’ una coppia che esplode di salute, che dialoga da un bel po’ (la prima rete del Pipita, a Verona, su assist geniale dello scugnizzo), che si esalta a campo stretto (a San Siro, appena due settimane fa), che entra in scena e la tiene per sé, per quei cinquantamila trascinati al San Paolo a colpi di prodezze.
LE STELLE. E’ una formula che diviene magìa dell’arte contemporanea, che mescola la prepotenza tecnica d’un centravanti da quaranta milioni di euro (per acquistarlo) all’esuberanza d’un amabile «monello» che s’è preso il destino sulle sue (apparenti) gracile spalle e l’ha modellato ad immagine d’una favola: sei reti per Higuain, sei reti anche per Insigne e nessuno si scandalizzi se le cifre siano le stesse di Cristiano Ronaldo e di Benzema, il tandem delle meraviglie del Real Madrid, perché l’analisi del campo - oggi - questo sussurra. E’ il Napoli che va, sull’onda anomala d’un tridente, che segna al san Paolo da ventidue partite consecutive, che ha battuto in sequenza la Lazio, la Juventus, il Milan e la capolista Fiorentina, che ha un centravanti pluridecorato ed il suo scatenatissimo partner, un indigeno cosparso di buonissime intenzioni, che sono stati anche capaci di segnare quanto Neymar e Suarez, i signori del Barça, orfani di Messi (vero), ma affiancati in quest’avvio travolgente dai gemelli del gol. E’ un Napoli che stupisce, che s’è scrollato da dentro ogni paura, che mostra ancora la faccia più feroce di sé - centoquattro più centoquattro reti nelle ultime due stagioni - e che specchiandosi in giro s’accorge d’essere arrivato anche alla pari con Cavani e Ibrahimovic, i «siamesi» d’Oltralpe, sei più sei pure per i petrolgol del Psg.
IL PODIO. Mai tanto Higuain (all’inizio), mai così tagliente Insigne (già primatista di se stesso), mai nessuno si sarebbe spinto ad osare per arrivare sin lassù, tra gli eletti del Vecchio Continente, alle spalle di Lewandowski eMüller (ventuno gol in due) e di Vardy e Mahrez (quattordici per gli uomini di Claudio Ranieri), teoricamente anche di e Aubameyang e Reus (tredici) che però hanno una media lievemente inferiore ed hanno giocato qualche partita in più. Ma Higuain ed Insigne sono al di là di Sanchez e Giraud dell’Arsenal, di Aguero e Sterling del Manchester City, e soprattutto della «Storia» che guarda: stagione ‘86-87 o anche ‘89-90, fu quando il Napoli riscrisse una parte del calcio (però senza voler esser blasfemi...).