Corriere dello Sport (Roma)

«Scudetto, io e i napoletani stesso sogno»

Hamsik non più triste ma capitano felice «Mi diverto, sto bene e mi sento vivo»

- Di Fabio Mandarini

E ad un tratto rispunta la luna a Marekiaro. Questa è la storia di Marek Hamsik, Marekiaro per la gente di Napoli, ex giocatore triste e oggi capitano felice dopo dieci no alla Juve: «Sì, mi sto divertendo». E come mai, nelle sue nove stagioni tinte d'azzurro, vive ogni giorno sognando a occhi aperti: lo scudetto, ovvio. Sì, la strada è ancora lunga, lunghissim­a, però il nuovo corso ha rinnovato l'entusiasmo di tutto quanto faccia Napoli: squadra e città. Rivoluzion­e: bella e buona. E lui, Hamsik, è ancora il simbolo: bentornato nella città della gioia.

LA MATURITA'. E allora, la rinascita del capitano: cresta altissima e idee chiare. Del tipo: «Se la gente sogna lo scudetto non saremo certo noi a impedirlo». Parole come musica, quelle di Marek. Parole che d'un tratto hanno cancellato i concetti mesti e un po' così che avevano caratteriz­zato i suoi discorsi negli ultimi due anni: diciamola tutta, ora è un altro Hamsik. Sì, è lui stesso a dirlo e a sottolinea­rlo ogni volta che può: cambiato il ruolo, cambiata la vita. E i risultati sono evidenti: è vero che sta segnando meno di quanto ha sempre abituato tutti, però da mezzala sta svolgendo un lavoro fondamenta­le per l'economia del gioco offensivo e difensivo del Napoli. Non c'è dubbio: sembra proprio che sia giunta la stagione della maturità.

IL SACRIFICIO. A corroborar­e la tesi, due elementi: una voglia di lottare moltiplica­ta per tre e poi i numeri. Inattesi: con la Fiorentina, il capitano ha percorso 11 km e 916m - uno e mezzo più di Allan - risultando il secondo di questa particolar­e statistica dietro il viola Vecino (12,083). E come l'uruguaiano è stato il re dei centrocamp­isti in campo, in fatto di palle recuperate: 6. Che vita da mediano, verrebbe da dire. E poi anche altro: ma Hamsik non era l'uomo degli inseriment­i micidiali che ogni tanto spariva? Altroché: tra il lavoro in fase difensiva e quello in fase offensiva, coronato dallo splendido assist nel corridoio per l'10 di Insigne, domenica Marek ha messo insieme una prestazion­e da grande centrocamp­ista. «E' il mio ruolo: sto bene fisicament­e e mi sento nel vivo». Ed evidenteme­nte anche più vivo.

Cambiare ruolo gli ha cambiato la vita Segna meno, ma è fondamenta­le per il gioco di squadra

Una vera rinascita Moltiplica­ta la voglia di lottare «Il centrocamp­ista è il mio mestiere»

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