Corriere dello Sport (Roma)

«Corro a New York per arrivare a Rio»

Con la Incerti e Lalli il 1° novembre nella Grande Mela «Studio, figli, maratona: ho trovato l’equilibrio perfetto»

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allenata a Bagheria, perché i percorsi hanno le stesse caratteris­tiche di New York». Anche Lalli, ora seguito da Stefano Baldini, è pronto: «Avrei dovuto correre ad Amsterdam, ma un leggero infortunio muscolare ha ritardato la preparazio­ne; sono stato l'ultimo dei top runners ad essere ingaggiato e non voglio deludere gli organizzat­ori».

RABBIA. Ma gli occhi sono tutti puntati su Meucci, il trentenne ingegnere pisano che, dopo il titolo europeo di Zurigo 2013, è stato beffato lo scorso agosto ai Mondiali di Pechino, dove è giunto 8°. Quando è stato costretto a una sosta di un minuto e mezzo al 32° km per un bisognino improvviso che gli è costato probabilme­nte una medaglia.

Smaltita la delusione di Pechino?

«Diciamo la rabbia. Non ero al massimo ma... Diciamo che grazie a quel problemino ora sono più motivato a fare bene a New York».

Dove ha già corso nel 2013

«Ero alla seconda esperienza sulla distanza e quel decimo posto mi fece capire che avevo imboccato la strada giusta, anche perché feci il personale (2h12:03)».

Dopo Pechino ha detto che l'obiettivo della carriera resta l'Olimpiade di Rio 2016. Conferma?

«Tutto. E' per quello che ho corso i Mondiali, una gara molto simile all'Olimpiade. Nelle classiche come New York invece è tutto diverso, ci sono le lepri, i ricchi premi e i ritmi sono sempre sostenuti. Ecco, voglio verificare la mia tenuta, arrivare a Central Park ancora con energie da spendere».

Quindi la strada per Rio passa necessaria­mente per la Grande Mela?

«Sì. Da come andrà New York scaturiran­no tutte le scelte che prenderò col mio allenatore (Massimo Magnani, il dt azzurro)».

Tornerà a svernare in Kenya, come ha fatto nelle ultime due stagioni?

«Al momento non abbiamo previsto nulla. Vedremo se sarà il caso ripetere quell'esperienza».

Tornerà a correre i 10.000 in pista?

«Per correre una buona maratona bisogna avere anche una ottima base di velocità, ma anche qui non ho ancora fatto programmi».

Sembra che affronti New York al buio. In realtà qual è la sua condizione fisica?

«Buona. Mi sono allenato a Pisa con una media di 180 km settimanal­i. E' tutto ok. Ma non voglio puntare ad alcun traguardo cronometri­co. Una decina di giorni fa ho vinto la Mezza di Treviso in 1h03:40, è stato un valido test».

Forse perché è rimasto scottato quando lo scorso febbraio a Otsu, in Giappone, fu frenato dalla pioggia torrenzial­e? un fantastico bis proprio a New York. Che impression­e le fa rincorrere un successo su quelle stesse strade 30 anni dopo?

«E' un segno del destino! Ovvio che di quei primi trionfi azzurri ne sono venuto a conoscenza che ero già ragazzo. Fin da bambino sentivo però parlare tanto di questa maratona, poi sono andato a studiarmi tutte le imprese dei nostri, da Pietri in poi».

A proposito di Dorando Pietri, lo sa che è stato inserito nella All of Fame del Foro Italico, anche se con un po' di ritardo?

«Avevo seguito la polemica, sono contento che sia stata fatta giustizia: tutta la tradizione della maratona italiana parte da lui».

La beffa a Pechino «Mi è rimasta tanta rabbia per l’8° posto. Però ora ho una carica in più per fare bene»

Ancora i 10.000? «Per disputare una buona maratona serve una ottima velocità di base Ma non ho deciso»

Ingegnere «Sto terminando un articolo di dottorato sui sottomarin­i automatizz­ati»

Famiglia «Nella mia giornata trovo sempre il tempo per stare vicino a mia moglie e ai miei due figli»

Lei è laureato in ingegneria dell'Automazion­e, ha due figli, una moglie che la segue in bici negli allenament­i e anche due cani, come riesce a gestire famiglia, studio, affetti e allenament­i?

«Ho raggiunto un equilibrio perfetto, in cui c'è sempre molto studio. Sto finendo un articolo di dottorato sui veicoli sottomarin­i automatizz­ati. Ma nella mia giornata trovo il tempo per fare tutto, soprattutt­o stare accanto a mia moglie e ai miei figli».

Ci dice qual è la sua giornata tipo?

«Sveglia alle 6.30, colazione e studio fino alle 9. Allenament­o e poi alle 12 riprendo i bambini all'asilo. Pranzo alle 13 e poi riposo o studio. Alle 16 nuovo allenament­o e la sera dopo cena torno sui libri».

Niente male...

«Sì, ma ora scusatemi, devo scappare, i figli mi reclamano...»

 ?? EPA ?? Daniele Meucci, 30 anni, mentre taglia vincente il traguardo agli Europei di Zurigo 2014
EPA Daniele Meucci, 30 anni, mentre taglia vincente il traguardo agli Europei di Zurigo 2014

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