Corriere dello Sport (Roma)

Vale iridato se... Ecco tutte le possibilit­à

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Oggi il Gran Premio della Malesia sul circuito di Sepang rappresent­a il primo match-ball per Valentino Rossi, che potrebbe vincere il suo decimo titolo mondiale. Non è comunque facile perché ci riuscirebb­e solo salendo sul podio, e peraltro a patto che Jorge Lorenzo arrivi molto più indietro di lui. Si tenga conto che qualsiasi situazione di parità nel punteggio a fine campionato consegnere­bbe il Mondiale allo spagnolo per il maggior numero di vittorie in gara (attualment­e Jorge conduce per 6-4).

Dunque, nel dettaglio oggi Rossi a Sepang diventa campione se:

- VINCE e Lorenzo non arriva tra i primi cinque - È SECONDO e Lorenzo non arriva tra i primi dieci - È TERZO e Lorenzo si piazza quindicesi­mo o non prende punti «Sì è una cosa curiosa e ne abbiamo anche parlato fra di noi. Ci conosciamo, e ci scontriamo, da quanto entrambi eravamo in 125, e poi in Moto2. Quando siamo assieme Andrea si trasforma e risponde colpo su colpo. Penso che sia una buona cosa, bella, divertente. Lo aiuta anche ad affinare il suo talento».

«Ho capito che il Mondiale è lungo e tutto può sempre succedere. Servono anche piazzament­i»

In Australia hai detto che correrai meno rischi per non influenzar­e il duello mondiale, cosa volevi dire?

«Correre come abbiamo fatto a Phillip Island è pericoloso. Quando rivedo le gare mi rendo conto di quante volte ci sfioriamo. E’ il bello delle corse in moto andare così vicini al limite, ma intuirlo è sempre difficile anche perché alcuni sorpassi li vedi chiarament­e nelle mente, altri meno. In questo momento io non ho grossi obiettivi da raggiunger­e, solo proteggere la mia terza posizione in campionato da Iannone. Così vorrà dire che proverò come sempre a vincere, ma tenendomi un margine più elevato del normale».

«Ma non cambierò mentalità, troverò il compromess­o giusto. Le sconfitte aiutano a crescere»

La lezione più grande del 2015.

«Nel 2014 ho vinto troppo. Quando vinci smetti di imparare. Si impara molto di più dalle sconfitte. Quest’anno abbiamo commesso errori che non ripeteremo il prossimo».

Sei giovane ma corri da molti anni, hai abbastanza passione

il titolo il mio obiettivo è sempre quello di arrivare primo».

Cominci a sentire il peso della gloria?

«Non lo sentivo fino all’anno scorso. Quest’anno, quando sono iniziati i problemi ho visto che tutti mi domandavan­o cosa mi stava accadendo. E’ stato allora che ho sentito la responsabi­lità. Quando tutto va bene però la pressione sparisce».

Ascolti i consigli di chi ti sta vicino o fai sempre tutto da solo?

«Spesso facciamo dei meeting con Santi Hernandez, il mio capotecnic­o, o con Emilio Alzamora, il mio manager per vedere cosa si può fare, dove

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