MAICON «Io e il pubblico felici insieme»
Il mistero Esulta e fa segno di tacere guardando gli spalti «Ce l’avevo con il mio agente» Gol, assist e rivincita: «Ci piace essere primi»
Se a Maicon vengono i nove minuti, può succedere che una partita temibile diventi un'esibizione straripante e che la paura di perdere il primato si trasformi in una soave gestione di energie. Un assist per Pjanic, un gol con il piede sbagliato. Tutto in quei 500 secondi iniziali di un esemplare approccio alla serata. Le due cose insieme, assist e gol, non gli riuscivano dall'aprile 2011: nella settimana che termina nella sfi- da contro l'Inter, Maicon ha ricordato la versione Triplete di se stesso.
IL RITORNO. Non giocava da un mese, Roma-Carpi, la prima delle cinque vittorie consecutive della Roma. Ma non segnava dal 31 gennaio, Roma- Empoli 1-1, quando ancora non sapeva che il ginocchio gli avrebbe impedito di continuare la stagione. Rudi Garcia gli ha chiesto aiuto contro l'Udinese ed è stato fragorosamente ricompensato. «Ora sto bene - racconta Maicon - e quando sto bene
le cose vengono più semplici. Quando sono chiamato in causa provo a fare il mio lavoro». Già in estate aveva promesso di mettersi a disposizione della squadra senza creare alcun problema, così ha fatto. I sussurri di una discussione con Garcia per le
numerose panchine vengono spazzati via dal diretto interessato, anche dopo un'esultanza polemica e il dito rivolto verso un misterioso destinatario: «Ce l'avevo con il mio procuratore - dice Maicon, facendosi una bella risata -, è una cosa nostra, non ho niente da dire contro le scelte dell'allenatore. In questo caso ha avuto bisogno di me e se succederà ancora cercherò di dare il massimo. Nel frattempo mi continuerò ad allenare tutti i giorni come sempre». E' uno di quelli che hanno cancellato i fischi: «Ma io non li ho mai considerati. Io cerco di fare quello che so. E se riesce, la gente è contenta».
LA CORSA. Da fuori ha verificato la crescita mostruosa della Roma delle ultime settimane: «Ci siamo sistemati tatticamente e giochiamo in maniera aggressiva. Siamo primi e vogliamo restarci, dobbiamo continuare così. Nel secondo tempo abbiamo gestito un po' le forze perché la stanchezza con tante partite si sente. Ma è presto per parlare di scudetto, manca ancora molto tempo». Per lui, che è in scadenza di contratto, ogni minuto è prezioso. Maicon, che a luglio compirà 35 anni, ha una clausola che prevede il rinnovo automatico se accumulerà il 70 per cento delle presenze stagionali della squadra. Al momento è indietro sulla tabella di marcia: 3 presenze su 13, cioè il 23 per cento. Ma di questo passo, con questo rendimento, solleverà di parecchio i suoi numeri e potrà sperare di prolungare la sua avventura romana.
MURO. Non ha ansie di natura contrattuale invece Kostas Manolas, ieri bravo a difendere ma anche ad attaccare. L’azione che ha portato al gol di Gervinho è stata un’iniziativa personale che ha sorpreso l’Udinese. «Siamo contenti - ammette nel suo italiano ormai ottimo - abbiamo fatto una bellissima partita. Io poi ho creato un altro assist, come era successo con De Rossi a Leverkusen, quindi sono soddisfatto. Peccato per il gol subito ma dopo il 3-0 può capitare un attimo in cui sei meno concentrato». Manolas era già uscito dal campo, peraltro: « In futuro vedrete che ce la faremo a non prendere gol... Anche la mia intesa con Rüdiger sta migliorando, allenamento dopo allenamento, abbiamo acquisito fiducia. Ora dobbiamo insistere per rendere orgogliosi i nostri tifosi, a cominciare dalla partita di sabato contro l’Inter, una grande sfida che vogliamo vincere».